HAUNTERS [SubITA]

Titolo Originale: Cho-neung-ryeok-ja
Nazionalità: Corea del Sud
Anno: 2010
Genere: Azione, Fantascienza, Thriller
Durata: 100 min.
Regia: Kim Min-seok

Indubbiamente un buon prodotto di intrattenimento, Haunters rinuncia consapevolmente all’introspezione dei personaggi, nonostante un promettente prologo, e rinuncia soprattutto all’approfondimento della dialettica tra Bene e Male, tra dovere e destino, tra normalità e superpoteri.

Variazioni sul tema

Un giovane con un drammatico passato alle spalle vive truffando banchi dei pegni con il suo di manipolare la volontà delle persone. Finché incontra la sua nemesi, non solo immune al suo controllo ma anche invulnerabile…

Il riferimento al cinema di M. Night Shyamalan è immediato e inevitabile. Più che un omaggio o un plagio, preferiamo parlare di variazione sul tema. O, meglio, sui temi. Sono infatti due le opere di Shyamalan tirate in ballo dal giovane ed esordiente regista e sceneggiatore coreano Kim Min-suk: in primis, il colpevolmente sottovalutato Unbreakable – Il predestinato (2000) e, per alcune suggestioni orrorifiche, l’altalenante e inquietante E venne il giorno (The Happening, 2008). Ma sono soprattutto gli strettissimi legami con la rilettura shyamalaniana degli albi dei supereroi a stelle e strisce a interessarci: i pregi e i limiti del godibile Haunters (Cho-neungryeokja, 2010) si devono cercare più nella teoria (soggetto e sceneggiatura) che nella pratica (la messa in scena: a tratti ottima, soprattutto per un regista esordiente che in futuro andrà seguito con attenzione).

Kim riprende buona parte della rielaborazione shyamalaniana del del supereroe e della sua nemesi, ribaltando alcuni aspetti e ponendo l’accento soprattutto sulla parte action e sulle componenti thriller (figlie, in questo caso, del suddetto E venne il giorno: si veda, ad esempio, la sequenza in cui le persone private della loro volontà si gettano nel vuoto…). Rimane quindi in superficie, appena abbozzato, il legame simbiotico, causa-effetto, tra (super) e (super)cattivo. Haunters, indubbiamente un buon prodotto di intrattenimento, rinuncia consapevolmente all’introspezione dei personaggi, nonostante un promettente prologo, e rinuncia soprattutto all’approfondimento della dialettica tra Bene e Male, tra dovere e destino, tra normalità e superpoteri. Il film e i suoi protagonisti sembrano avanzare, soprattutto nella seconda parte, in maniera meccanica, lanciati per inerzia sul binario della spettacolarità: il rapimento degli amici dell’implacabile e indistruttibile Byuk-nam, la sequenza dell’impiccagione, l’inseguimento in e il faccia a faccia finale sono un accumulo di sequenze ben realizzate ma quasi inutili ai fini dello sviluppo narrativo. Haunters, in un certo senso, finisce poco dopo il primo incontro-scontro tra Byuk-nam (Goh Soo) e Cho-In (Gang Dong-won). Ed è un peccato, visto che il soggetto di Kim Min-suk, pur non originalissimo, aveva notevoli potenzialità: considerando anche il non banale utilizzo della colonna sonora e l’accurata messa in scena (dall’utilizzo dei contrasti luce-buio alle angolazioni delle inquadrature eccetera), si può parlare di un’opera prima che, guardando probabilmente al box office, è stata realizzata col freno a mano tirato.

In attesa del prossimo lungometraggio di Kim Min-suk, possiamo tranquillamente “accontentarci” dell’inquietante ed elegante prologo che, alternato agli essenziali titoli di testa bianchi su sfondo nero, avrebbe potuto tranquillamente essere l’incipit di un ottimo horror… E degne di nota sono numerose sequenze, spesso accompagnate e sostenute da sonorità taglienti, quasi disturbanti. Su tutte, l’immagine in campo lungo delle persone pronte a spezzarsi l’osso del collo, ferme in attesa che l’occhio che uccide di Cho-In brilli o si richiuda, magnanimo o sazio del proprio assoluto.

Infine, una brevissima considerazione di carattere socio-economico: dopo The Man From Nowhere di Lee Jeong-beom, torna il banco dei pegni, luogo evidentemente familiare al grande pubblico coreano. La crisi economica si manifesta al Far East Film Festival 2011 in diverse forme: ma a Udine sono ancor più tosti di Byuk-nam e Tae-Sik…

Guarda anche  ULTRASOUND [SubITA]

Recensione: quinlan.it

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By Anam

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