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Titolo originale: Griff the Invisible
Paese di produzione: Australia
Anno: 2010
Durata: 90 min
Genere: Commedia, Drammatico, Fantascienza, Sentimentale, Supereroi
Regia: Leon Ford
Griff the Invisible (2010) – Supereroi e solitudine nell’era moderna
Ci sono film che attraversano il tempo come meteore impazzite, e poi ci sono quelli che, pur essendo nati in un passato ormai lontano, sembrano parlare direttamente al nostro presente. Griff the Invisible di Leon Ford appartiene decisamente alla seconda categoria. Realizzato nel 2010, questo piccolo cult indie australiano mescola commedia romantica, dramma e suggestioni da cinecomic per raccontare la storia di Griff (Ryan Kwanten), un uomo introverso che di giorno è un impiegato qualunque e di notte si trasforma in un vigilante mascherato.
Una favola dolceamara sulla percezione della realtà
Griff vive tra sogno e realtà, convinto di essere un supereroe con il potere dell’invisibilità. Ma è davvero così, o si tratta solo di un modo per sfuggire alla sua monotona esistenza? Il film gioca con il punto di vista del protagonista e dello spettatore, lasciando sempre un velo di ambiguità sulla veridicità delle sue imprese. Quando incontra Melody (Maeve Dermody), una ragazza con la testa tra le nuvole e una propensione per la scienza fuori dal comune, la sua realtà inizia a intrecciarsi con quella di lei, creando un legame profondo e unico.
Supereroismo come metafora dell’alienazione
Se France Société Anonyme usava la fantascienza per parlare di controllo sociale, Griff the Invisible utilizza il linguaggio dei fumetti per esplorare il tema dell’isolamento e della difficoltà di adattarsi al mondo. Griff non è Batman, non combatte veri criminali, ma la sua lotta è comunque reale: è la battaglia quotidiana contro la solitudine e la rigidità della normalità.
Un’opera delicata e sottovalutata
Leon Ford dirige con leggerezza e sensibilità una storia che potrebbe sembrare surreale, ma che in realtà colpisce dritto al cuore. La fotografia calda e sognante, le interpretazioni sincere di Kwanten e Dermody e la sceneggiatura ricca di momenti di pura dolcezza rendono Griff the Invisible un film che merita di essere riscoperto. Per chi ama le storie fuori dagli schemi, le riflessioni sulla percezione della realtà e un pizzico di romanticismo stralunato, questa è una visione obbligata.
Un film che ci ricorda che, a volte, il vero superpotere è trovare qualcuno che veda il mondo con i nostri stessi occhi.