Titolo originale: Frankenhooker
Paese di produzione: USA
Anno: 1990
Durata: 85 min.
Genere: Commedia, Horror, Fantascienza
Regia: Frank Henenlotter
Jeffrey (James Lorinz) è un givane e bislacco inventore, la sua ragazza viene decapitata dalla falciatrice della madre. Lui allora decide di raccogliere i pezzi rimasti, unirli ad altri prelevati a cadaveri di prostitute uccise con una droga di sua invenzione e innestarli sulla testa della defunta.
“Frankenhooker” è un gioco di parole tra Frankenstein e hooker, un termine che in slang americano significa prostituta. Dopo due cult movies come “Basket Case” (1982) e “Brain Damage” (1988), il nuovo decennio si rivela in partenza molto prolifico per il regista newyorkese: nel 1990 esce appunto “Frankenhooker” e subito dopo arrivano “Basket Case 2” e “Basket Case 3” (entrambi non all’altezza dell’originale), prima di una lunga pausa che si è conclusa solo nel 2008 con il simpatico ma innocuo “Bad Biology”.
Jeffrey è un aspirante scienziato pazzo che trascorre gran parte del tempo nel suo garage adibito a laboratorio: un giorno, durante un tragico incidente, la sua fidanzata Elizabeth viene uccisa da un tosaerba e il suo corpo finisce tranciato in mille pezzi. La disperazione del giovane presto lascia spazio alla sua perversa fantasia, egli infatti riesce a conservare alcune parti della defunta fidanzata (tra cui la testa decapitata) e con l’aiuto di un espediente esplosivo (nel vero senso della parola!) Jeffrey ricostruisce la sua amata arto per arto. Ovviamente della vecchia Elizabeth non resta praticamente nulla, la nuova creatura è il risultato di un esperimento messo in atto utilizzando i resti di un gruppo di prostitute ammazzate per la causa, un puzzle che tradisce l’obiettivo del protagonista costretto a fare i conti con una donna artificiale completamente fuori controllo.
“Frankenhooker” è una commedia horror in pieno stile Henenlotter, dove questa volta il gusto per il macabro è associato a una critica non troppo velata per la scienza, a volte incapace di porre dei limiti alle sue ricerche. Non mancano neppure alcune importanti citazioni cinematografiche, come quella per “Il Cervello Che Non Voleva Morire” (1962) o per il quasi contemporaneo “Re-Animator” (1985), pellicole indissolubilmente legate alle tematiche qui in esame.
I monologhi strampalati di Jeffrey risultano alquanto divertenti (“it’s so simple. If I need female body parts, then I’ll buy female body parts, there’s a place across the river where there are thousands of women anxious to sell their parts”) e il regista riesce a far collimare splatter, trash e horror senza mai perdere di vista il black humour letale che attraversa questi ottantacinque minuti di pellicola. Possiamo quindi chiudere un occhio sulla sceneggiatura improvvisata scritta da Frank Henenlotter e Robert Martin in fretta e furia: in questo caso bisogna soffermarsi esclusivamente sulla carica irrefrenabile di questa sexy vamp dai comportamenti bizzarri e sul finale geniale e dannatamente weirdo. “Wanna date?”
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