FAQ ABOUT TIME TRAVEL (SubITA)

Titolo originale: Frequently Asked Questions About Time Travel
Paese di produzione: UK
Anno: 2009
Durata: 83 min.
Genere: Commedia, Fantascienza
Regia: Gareth Carrivick

Ray, Toby e Pete sono tre emarginati che lavorano in un parco di divertementi. Ray e Toby sono entrambi un po’ strampalati: il primo è intrippato con la fantascienza e i viaggi nello spazio, il secondo vorrebbe fare lo scrittore. Solo Pete è più ordinario, anche se spesso è cinico. Una sera i tre finiscono al pub insieme ed è lì che incontrano Cassie (Anna Faris) che sostiene di arrivare dal futuro e di essere tornata indietro nel tempo per riparare una falla spazio-temporale. All’inizio pensano a uno scherzo, ma ppoi le cose si metteranno assai seriamente. 

Note

Primo e ultimo film del televisivo britannico Gareth Carrivick, morto poco dopo di leucemia.

Ray (Chris O’Dowd) dopo essere stato licenziato dal luna park in cui lavorava perchè immedesimatosi troppo in un personaggio futuristico passa la serata assieme agli amici Pete (Dean Lennox Kelly) e Toby (Marc Wootton) al pub a bere birra. Tutto sembra andare bene finchè non incontra una ragazza che gli dice di provenire dal futuro, venuta per conoscerlo ma soprattutto per aggiustare un guasto temporale nei dintorni. Ray crede ad uno scherzo ma racconta tutto agli amici, che all’inizio non gli credono ma dopo un paio di esperienze paranormali si ricrederanno.

Ogni tanto arriva una ventata d’aria fresca a spazzare via mummie e asfittici rincoglioniti. Il che non guasta, bisogna ammetterlo. Carrivick in poco più di settanta minuti rivitalizza il genere della fantascienza togliendoli ogni aria di boriosità, serietà e ambizione politica. Oggi la fantascienza è assieme all’horror senz’altro uno dei generi più abusati da Hollywood, e non c’era bisogno dell’uscita di Avatar per confermare una simile tendenza.

Che si riesca a rimanere ad altissimi livelli spostando di poco il calibro dal tradizionale (come sta facendo J. J. Abrams in una maniera quasi miracolosa) o che si riesca a fare piccoli capolavori con una manciata di spiccioli (tali Moon e  District 9, due delle sorprese del 2009) resta un dato di fatto: lo -fi (uno dei protagonisti del film mi redarguirebbe perché dico -fi invece di fantascienza ma tant’è) è terribilmente e inesorabilmente ancorato a disastri, catastrofi, psicosi mentali, invasioni aliene, apocalissi mondiali, guerre intercontinentali o spaziali e via dicendo. E come tale, è bene ribadirlo, ha addosso una patina di drammaticità che non si riesce a togliere neanche con la carta vetrata.

Da questo punto di vista Carrivick ha invece fatto un lavoro eccezionale, applicandi i dettami de L’alba dei morti dementi alla fantascienza, e più nello specifico a quella materia dei viaggi nel tempo, un sottogenere sulla cresta dell’onda ancora fino a pochi anni facon quel gioiellino che fu Donnie Darko, di cui preferiamo non ricordare che c’è stato un seguito. Quello che avevano fatto Edgar Wright e Simon Pegg era stato sublime: mettere in completo ridicolo lo zombie-movie. Non però in una maniera pacchiana o parodica da due soldi, bensì mantenendo una squisita eleganza da commedia intellettuale in grado di coniugare uno humour britannico con l’enorme qualità di prendere in giro tutta la serie di luoghi comuni del genere.

Il tutto con un canovaccio che non giunge mai al demenziale ma resta ancorato ad elementi e passaggi ben solidi. Carrivick applica tutto ciò al genere della tematica dei viaggi del tempo. Tre ragazzi si ritrovano sballottati qua e là nel tempo attraversando la porta del bagno di un misero pub periferico. La trama si snoda tra riuscitissime sciocchezze da B-movie ma nonostante l’apparente semplicità (in realtà tutt’altro che tale, anzi di raffinatissim taglio) la sceneggiatura è incredibilmente complicata, eppure godibilissima, e le situazioni che scaturiscono nel film sono nella maggior parte delle volte geniali.

Pochi soldi e un di attori sconosciuti, ma pur limitando all’osso costumi, effetti speciali e scenografia (gran parte del film si svolge come già detto all’interno di un pub con relativa disastrato bagno) FAQ è un film che funziona, diventando il contraltare nerd del Ritorno al futuro di Zemeckis. Un tuffo nel paradosso temporale che non si esaurisce neanche nel brio dei titoli di coda. Stateci attenti e seguiteli fino in fondo!

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By Anam

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