DEAR ZACHARY (SubITA)

Titolo originale: Dear Zachary: A letter to a son about his father
Nazionalità:
Anno: 2008
Genere: Documentario, Drammatico, Thriller
Durata: 93 min.
Regia: Kurt Kuenne

Un giovane medico viene ucciso nel paesino della Pennsylvania dove esercitava. Viene sospettata l’ex fidanzata, che fugge in Canada e dà alla luce il dell’uomo, Zachary. I genitori del defunto iniziano una battaglia per l’estradizione della donna e l’affidamento del piccolo…

Capita spesso, nei documentari, che l’evento o il personaggio raccontato spicchi più della tecnica usata per raccontarlo, col risultato di dar a film coinvolgenti e magari emozionanti ma privi di un vero spessore cinematografico. Poi ci sono documentari talmente ben costruiti da potersi permettere al loro interno delle sequenze di che danno corpo a una storia magari interessante ma difficile da raccontare. E poi ancora, ed è il di Dear Zachary, ci sono documentari che raccontano una storia realmente sconvolgente ma sanno farlo con una tecnica talmente raffinata da aggiungere davvero qualcosa al discorso che si sta portando avanti, senza per questo dare l’impressione di calcare la mano alla ricerca dell’effetto facile.

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Shirley Turner con Zachary in Dear ZacharyNon si può negare che la forza di Dear Zachary stia nell’evento narrato, che nasconde ben più di quanto accennato nelle tre righe di inizio recensione e lascia a aperta per il modo in cui si è sviluppato. È però la tecnica con cui Kuenne l’ha messo insieme che riesce davvero a creare tensione e rendere il racconto commovente fino alle lacrime. Lo spaesamento del nel dare una direzione al film – per chi lo sto facendo e come saprò quando ho finito? – è esposto con grande chiarezza, e questo permette e giustifica la manipolazione temporale delle interviste per rivelare determinati particolari solo al momento opportuno. La vicenda si sviluppa allora come un vero e proprio giallo, fra testimonianze, cavilli legali e colpi di scena.

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David e Kathleen Bagby con Zachary in Dear ZacharyCi si appassiona e ci si commuove, si inorridisce e si resta increduli. E per quanto si abbia sempre bene in che si tratta di un di cronaca nera, il fatto che il Governo canadese sia partito proprio da questo film per iniziare il procedimento per cambiare la sua sulla custodia cautelare la dice lunga sulla maestria con cui Kurt Kuenne l’ha realizzato.

Recensione: cinefile.biz

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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