Titolo originale: Chronopolis
Nazionalità: Francia, Polonia
Anno: 1983
Genere: Animazione, Fantascienza, Visionario
Durata: 65 min.
Regia: Piotr Kamler
Il film racconta della fiaba di Chronopolis, immensa città perduta nello spazio. I suoi abitanti hanno come sola occupazione e come solo piacere quello di fabbricare il tempo. Malgrado la monotonia dell’immortalità, vivono nell’attesa di un evento importante narrato come momento decisivo per gli esseri umani. Ora, grazie alla messa in atto di procedure misteriose, questo evento nasce sotto forma di una sfera bianca.
Con questo panflet è stato presentata l’opera in questione al SciencePlusFiction Festival edizione 2007 di Trieste:
“Non esistono prove sufficienti della non esistenza di Chronopolis. Anzi, i sogni e i manoscritti concorrono nell’affermare che la storia della città è una storia eterna e di desiderio. I suoi abitanti, ieratici e impassibili hanno come una occupazione e piacere quella di comporre il tempo. Nonostante la monotonia dell’immortalità, vivono nell’attesa; un evento importante deve prodursi nell’incontro tra un istante particolare e un essere umano. Ora, quest’atteso momento si sta preparando.”
Piotr Kamler è un regista polacco classe 1936; era in stretto rapporto con le avanguardie, soprattutto musicali, durante gli anni ’60. Di lui si dice essere più un artigiano che un artista, questo perché creava lui stesso in laboratorio scenari e oggetti che poi animava nei suoi lavori. I mondi particolari che metteva in mostra Kamler sosteneva esistessero veramente, erano solo in attesa di essere rappresentati. Questo lungometraggio di 82 minuti fu presentato fuori concorso a Cannes nel 1982 nella versione estesa di due ore circa. L’approccio a un’ opera di questo genere è particolare, va ovviamente introdotto e reso consapevole il pubblico di quello che sta per vedere. Il “comporre il tempo” di cui si parla nel panflet sono delle immagini in cui particolari figure architettate ad hoc per dare una continuità individuabile nell’infinito. I bizzarri abitanti di Chronopolis compongono il tempo liberando oggetti che vanno a incontrarsi e scontrarsi, che generano altri oggetti e che hanno come comune denominatore quello di mantenere una sorta di scansione della realtà, di cui nella città sono privi dato che il tempo non è ravvisabile in nulla. Con un approccio disinformato Chronopolis potrebbe essere tranquillamente usato come strumento di tortura, data la monotonia delle sequenze. L’immagine qui presente è tratta dalla copertina di un dvd che oltre a raccogliere questo lungometraggio contiene altre 9 opere, cortometraggi, firmati sempre dallo stesso artista.
Recensione: cangaceirocinema.blogspot.it