Titolo originale: Chico & Rita
Paese di produzione: Spagna, Regno Unito
Anno: 2009
Durata: 94 minuti
Genere: Animazione, Drammatico, Musicale, Sentimentale
Regia: Tono Errando, Javier Mariscal, Fernando Trueba
Sinossi:
Nella Cuba degli anni ’40, Chico è un giovane pianista jazz dal talento incandescente, Rita una cantante dalla voce magnetica. I due si incontrano, si attraggono e si scontrano come due forze naturali: amore e ambizione, desiderio e orgoglio, musica e destino. Dall’Avana a New York, il loro legame attraversa club fumosi, tradimenti, successi improvvisi e fratture insanabili, inseguendo un amore che brucia a ritmo di jazz, sempre vivo e sempre fuori tempo.
Recensione:
Chico & Rita è un film che sembra nato direttamente dall’aroma del tabacco, dal calore dei vinili consumati, dal sudore dei musicisti che suonavano per la sopravvivenza prima ancora che per l’arte. È una lettera d’amore alla musica latina, ma allo stesso tempo un manifesto malinconico su ciò che la passione può costruire e distruggere nel giro di un battito. La storia non è una semplice relazione romantica, bensì una collisione cosmica, una danza di due anime guidate — e spesso ferite — da un destino più grande di loro.
L’Avana degli anni ’40 è un organismo vivo, pulsante, quasi erotico nella sua architettura sonora: colori che sembrano vibrare, strade che respirano come polmoni, luci che si muovono come se fossero parte di una partitura segreta. L’animazione di Mariscal è inconfondibile: un tratto nervoso, seducente, che non cerca mai la perfezione ma l’essenza, la sensualità, l’intuizione. Ogni scena è una pennellata ritmica, una festa visiva che nasconde una malinconia profonda, come se il film fosse cosciente della fragilità dei sogni.
Chico è un virtuoso tormentato, un uomo che vive per la musica ma che non riesce mai davvero a dominare la propria vita. Rita, al contrario, è un incendio: determinata, indomabile, fragile solo quando l’amore la sfiora più da vicino. Tra i due nasce una tensione quasi mistica, una forza ancestrale che li unisce e li separa in cicli continui. Il film li segue come due pianeti destinati a orbitare l’uno attorno all’altra, ma sempre con una distanza imperfetta, dolorosa.
La storia si muove come una partitura jazz: improvvisa, spezzata, piena di deviazioni. Un tradimento, un’occasione, una partenza improvvisa — e tutto cambia. Quando la narrazione si sposta a New York, il film sembra respirare un’altra aria: quella della diaspora artistica, dei sogni venduti e ricomprati, della musica che diventa industria e della pelle che diventa marchio. Rita trova una libertà che paga carissima, Chico resta intrappolato tra il suo talento e la sua incapacità di amare senza distruggere. È una tragedia che non fa rumore, un crollo lento e inesorabile sotto le luci dei locali notturni.
Eppure, sotto questa superficie di amori mancati e vite deragliate, Chico & Rita custodisce una verità più sottile: che certe anime si riconoscono sempre, anche quando il tempo ha corroso tutto. C’è una vibrazione esoterica nella loro storia, come se un filo invisibile — fatto di note, ricordi e destini intrecciati — continuasse a tirare l’uno verso l’altra attraverso oceani e decenni. Il film suggerisce che l’amore non è soltanto una scelta, ma una frequenza: ti sintonizzi o ti perdi.
La musica di Bebo Valdés avvolge tutto come una benedizione e una maledizione. Ogni assolo è una confessione, ogni arrangiamento un ricordo, ogni pausa un dolore taciuto. La colonna sonora diventa un personaggio a sé, un’entità che conosce la verità dei protagonisti prima ancora che loro la accettino.
Chico & Rita è un’opera che ti rimane addosso come un profumo di rum e sale, come una nostalgia che non ti appartiene e che pure senti tua. È un inno all’amore imperfetto, alla musica come destino, alla bellezza che nasce dal sacrificio. È la prova che alcune storie non si spezzano mai del tutto: semplicemente aspettano il momento giusto per tornare a suonare.
