CANOA (SubITA)

Titolo originale: Canoa
Paese di produzione: Messico
Anno: 1976
Durata: 115 min.
Genere: Avventura, Drammatico
Regia: Felipe Cazals

Il film racconta una storia realmente accaduta nel paesino di San Miguel Canoa in Messico situato a circa 10 km dalla città di Puebla. Il 14 settembre 1968 cinque studenti universitari di Puebla passano per San Miguel Canoa con l’intento di scalare il vulcano Malinche. Solo tre di loro sopravviveranno al linciaggio dei paesani, che aggredirono i ragazzi a causa delle tensioni politiche dell’epoca.

“Canoa è un film che possiede un ingrediente che altri lavori non hanno: mostra la malvagità umana apertamente, in modo franco, senza necessità di nasconderla”,

queste le parole di Felipe Cazals nella splendida conversazione con Alfonso Cuarón presente tra gli extra del dvd import (The Criterion Collection) uscito di recente. “Canoa” è stato infatti restaurato in digitale per i suoi 40 anni, un lungometraggio (già vincitore nel 1976 dell’Orso d’Argento al Festival di Berlino) seminale per comprendere a fondo il cinema messicano.
Le vicende sono ispirate a un triste episodio di cronaca nera avvenuto nel 1968: in un giorno di settembre, cinque ragazzi partono dalla loro città (Puebla) alla volta di San Miguel Canoa, un villaggio poco distante situato alle pendici del Malinche, un vulcano ormai inattivo posto in una zona selvaggia dove i giovani intendono fare un’escursione. L’umore è alle stelle, il gruppetto di universitari è pronto per un weekend di relax, ma quando i nostri arrivano nel paesino sono costretti a chiedere riparo per la notte a causa di un violento nubifragio.
canoaCazals parte dalla fine, dal rapporto battuto a macchina nel quale viene accertata la morte di quattro ragazzi e il grave ferimento dell’unico sopravvissuto, per poi mostrare con un’impronta documentarista questo angolo di Messico primordiale, nel quale una chiesa coloniale domina su un paese popolato da uomini e bestie che vagano per le strade sterrate. Un racconto (narrato da una voce fuori campo) che mette subito in chiaro l’importanza del parroco di quel luogo, capace di imporre decisioni politiche, sociali e ideologiche su quel manipolo di abitanti analfabeti.
Una volta rifiutati dalla chiesa (per volere del prete) e dalla comunità tutta, i protagonisti trovano un rifugio per trascorrere la notte, ma nel frattempo nel villaggio monta una rivolta contro di loro aizzata proprio dal sacerdote, che li bolla come atei comunisti nemici di Dio. “Canoa” così nell’ultima mezzora si trasforma praticamente in un horror, suggestivo nelle immagini ma allo stesso tempo brutale nei contenuti: assistiamo a un fiume umano che percorre inferocito le strade del paese (la fotografia notturna è meravigliosa, Cazals lascia che sia il fuoco delle torce a creare un bagliore di inquietudine), mentre il gruppo di ragazzi, ormai terrorizzato, si rinchiude senza possibilità di fuga nella casa di legno che li ospita. Il linciaggio giunge inevitabile (dita mozzate, fucilate in volto, un’ascia conficcata nella schiena), un epilogo doloroso che lascia sgomento lo spettatore, inerme e impotente davanti alla furia cieca di quegli abitanti.
Il fanatismo religioso qui incontra la manipolazione ideologica: “Canoa” è uno spaccato realistico di un Messico storicamente attraversato dalla violenza, sia che sociale, un tratto inestirpabile che Cazals affronta in un film di denuncia che apre nuove prospettive per il cinema messicano. Il regista punta il dito sulla corruzione morale e sul potere, incarnato dalla religione e dallo stato (il messaggio lanciato dal corteo funebre che incrocia la parata militare è lampante), un male (ereditato dal colonialismo) che si riflette automaticamente nella rude della popolazione locale. Tutto ciò all’interno di una cornice rurale affascinante e arcaica, perfettamente contrapposta alla vivacità intellettuale dell’ambiente accademico di Puebla. Eccellente.

Guarda anche  HUESERA (SubITA)

cinemaestremo.wordpress.com

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