Titolo originale: Blood Car
Nazionalità: USA
Anno: 2007
Genere: Commedia, Horror
Durata: 76 min.
Regia: Alex Orr
In un futuro non molto lontano, il costo della benzina è arrivato alle stelle, superando i quaranta dollari a gallone. Per far fronte a una crisi economica senza precedenti, il mite maestro di scuola elementare Archie Andrews sta tentando di studiare nuove forme di combustibili per alimentare le macchine quando scopre casualmente che il sangue umano è l’unica alternativa valida alla benzina. Con l’appoggio della giovane commessa di un negozio in cui era solito servirsi, Archie è costantemente alla ricerca di materia prima fino a quando non si imbatte in qualcuno che ha intenzione di porre fine alla scia di misteriosi delitti che si stanno verificando in città.
Mancava da tempo un bell’horror (ma forse sarebbe meglio dire una commedia molto molto nera) che sapesse immergersi nelle problematiche del nostro contemporaneo fornendone una deformazione brillante, senza per questo rinunciare a tutto l’arsenale di schizzi, frattaglie, shock e impennate demeziali.
Blood Car si svolge in un futuro molto prossimo, quando la benzina è agli sgoccioli e il suo costo è diventato davvero esorbitante. Il giovane animalista, vegetariano, eco-sfegatato Archie Andrews, nel suo appartamento, sta sperimentando un nuovo tipo di combustibile a base di succo d’erba, ma non sembra funzionare gran che bene. Tutto cambia quando, nel serbatoio dell’automobile, finirà per caso un po’ di sangue umano…
Schizzi di sangue clamorosi, omicidi tanto maldestri quanto bizzarri, momenti malsani su musica classica e qualche sparata grottesca di quelle improvvise, Blood Car, nella sua attitudine più black e splatter, funziona alla grande, con una serie di trovate buffonesche e pacchiane che faranno molto piacere ai seguaci delle più folli commedie horror anni ‘80. Ma Blood Car non è semplicemente una (pur sempre gradita) goliardata tutta sangue e risate in stile Troma, è qualcosa di diverso: il vero peso specifico dell’opera va ricercato nella sua traccia più “sociale” e satirica, perseguita con onestà e con tutti i crismi del caso, e non inserita superficialmente tanto per poter dire “Ehi… abbiamo messo il messaggio! Siamo dei sovversivi, mica soltanto dei cazzoni che giocano a rimestare frattaglie!”. Il regista Alex Orr, infatti, dimostra una certa profondità di pensiero e, se sulle prime par di trovarsi davanti alla solita parabola stitica sulla necessità di cambiare le cose (e il carburante) prima che sia troppo tardi, ben presto si scopre il vero nocciolo della questione: la natura demoralizzante dell’essere umano, pronto a rinnegare se stesso, trasformarsi in mostro ed entrare in un loop di dannazione eterna (l’automobile che genera rispetto, il rispetto che genera figa, la figa che necessita di automobile per diventare “facile”) pur di apparire “fottutamente cool”. Con un finale di pessimismo cosmico che non lascia speranza alcuna. Tutto ciò in un filmaccio che utilizza espedienti da serie Z e scorre via in modo troppo leggero per poter essere anche intelligente (almeno in apparenza). Ma quanto ci mancava un film di questo tipo?
Recensione: bizzarrocinema.it