ASSA [SubITA]

Titolo originale: Assa
Paese di produzione: Russia
Anno: 1987
Durata: 153 min.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller
Regia: Sergey Solovyev

Ambientato in una località del Mar Nero, Yalta, nel 1980, è incentrato su un truffatore omicida che viene coinvolto con dei gangster dopo aver rubato un violino raro.

Quel film che rovesciò l’Unione Sovietica
La pellicola “Assa” del regista Sergej Solovyov, divenuta ormai un cult del cinema, uscì nel 1987. E diventò una pietra miliare per diverse generazioni

È stato definito “il film che ha rovesciato l’Unione Sovietica”. Un film “manifesto”, nonché il “principale film del rock russo”. “Assa”, la pellicola di Sergej Solovyov divenuta un cult degli anni Ottanta, uscì esattamente 28 anni fa. E ancora oggi è considerata uno dei più importanti lavori del regista.

Un film indiano

Dietro ad “Assa” c’era tutt’altro che la volontà di una protesta o di farne un manifesto. Durante una proiezione del suo film “Il colombo selvatico” a Mosca, Solovyov vide che un gruppo di soldati veniva incitato a riempire i posti vuoti in sala. Allora si ripromise di fare solo film di successo, film che non si dovevano guardare per costrizione. Solovyov decise di utilizzare la ricetta del cinema indiano, diffusa in Unione Sovietica: una storia d’amore, tanta musica e danze. Riassumendo in breve, “Assa” sa un po’ di Bollywood: l’infermiera-bambolina Alika, che per i suoi indumenti (camicie da uomo, cravatte, berretti) sembra la versione sovietica di Annie Hall, si reca in una Yalta invernale, in Crimea, sul Mar Nero, insieme al suo amante, il mafioso Krymov. Ma lei qui si innamora di un povero musicista, Bananan, che lavora come guardiano di giorno e canta in un ristorante di sera. Il geloso Krymov ordina a qualcuno di accoltellare Bananan e Alika, venendolo a sapere, spara a morte a Krymov con una pistola trovata in giro. C’è tutto quel che serve: povertà e ricchezza, amore e sangue, canti e danze. Integrano il film anche lillipuziani, agenti del KGB, falsi astronauti e persino regicidi, ma l’elemento principale è, ovviamente, la musica.

Un’ondata rock

Fu uno shock ascoltare sul grande schermo alla fine degli anni Ottanta la musica dei più importanti gruppi rock della Russia, come gli Akvarium, i Kino o i Bravo, che di solito la gente si passava a vicenda per copiarla su nastro. Il massimo che i musicisti rock underground potevano sperare a quel tempo era una sala minuscola, da qualche centinaia di persone, in una “casa della cultura”. Solovyov, invece, diede loro un pubblico di milioni di persone. Il Paese intero ascoltò “La città del sole” di Boris Grebenshchikov e “Aspettando un cambiamento” di Viktor Tsoj. E qualcosa effettivamente cambiò. Essi rappresentavano l’arrivo di una nuova energia, un’ondata rock che non poteva fermata. Un vinile con la colonna sonora di “Assa” era una delle prime uscite ufficiali del rock russo, mentre la presentazione del film si trasformò in un grande show, inedito in Urss.

Sfilando per tutto il Paese

Nella primavera del 1988, la Casa della Cultura presso la Fabbrica di lampade di Mosca fu testimone di una vera e propria rivoluzione culturale: per tre settimane, dal 25 marzo al 17 aprile, ospitò la presentazione di “Assa”, che gli organizzatori chiamarono Art Rock Parade. Per tutto questo periodo l’edificio fu circondato dalla polizia e la gente faceva file di giorni per acquistare i biglietti. Il foyer ospitò una sfilata di moda alternativa, diversi piani erano occupati da artisti d’avanguardia che esibivano la Nuova Arte anni Ottanta e ovunque si vendevano magliette e borse di “Assa”. Quindi questo film rappresenta anche una rivoluzione in Unione Sovietica: nessun film era mai stato promosso così prima. E poi un concerto dei migliori gruppi rock del Paese: Kino, Akvarium e Alisa. Tutto questo prima della proiezione del film. La parata marciò da Mosca verso le altre città russe e al tempo della prima ufficiale del film a settembre l’ondata rock aveva raggiunto tutto il Paese.

Grandi cambiamenti

L’epilogo di “Assa” vede uno dei principali idoli del rock anni ’80, Viktor Tsoj. Il personaggio da lui interpretato si presenta per un posto di lavoro come cantante in un ristorante al posto del defunto Bananan. Nei fotogrammi finali, durante la canzone “Aspettando un cambiamento”, il ristorante si trasforma improvvisamente in una sala enorme: 10.000 comparse, tutte venute ad ascoltare Tsoj. La maggior parte aveva in mano accendini, così torna in mente la romantica frase di Bananan: “Se ognuno di noi accendesse un fiammifero, la luce segnerebbe metà del cielo”. I cambiamenti non si fecero attendere a lungo: due anni dopo l’uscita di “Assa”, Tsoj e il concerto della sua band, i Kino, portarono allo stadio Luzhniki non 10, ma 70mila persone, e un anno più tardi – forse sulla spinta del rock russo – l’Urss crollò .

Guarda anche  MARS EXPRESS (SubENG)

it.rbth.com

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By Francesca R.
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