THE PASS (SubITA)

Titolo originale: Pereval
Paese di produzione: Unione Sovietica
Anno: 1988
Durata: 31 min.
Genere: Animazione, Fantascienza, Corto
Regia: Vladimir Tarasov

PEREVAL – IL VIAGGIO INIZIATICO VERSO L’IGNOTO

“La non è solo roccia e neve. È il confine tra ciò che sei e ciò che potresti diventare. E solo chi osa attraversarlo scoprirà la verità.”

C’è un istante, nel cammino di ogni essere, in cui la scelta diventa irreversibile: avanzare o soccombere. Pereval (1988), perla dimenticata dell’ sovietica diretta da Vladimir Tarasov, non è solo un racconto di fantascienza, ma una favola iniziatica, un rito di passaggio mascherato da avventura spaziale. Come ogni vero viaggio, è un viaggio interiore.

Basato sul racconto di Kir Bulychev, il film ci catapulta in un mondo lontano e ostile, dove un di giovani esploratori viene inviato in missione per oltrepassare un passo di montagna, il “pereval” del titolo. Il loro obiettivo è raggiungere una colonia dimenticata, là dove gli adulti si sono arresi, spezzati dalla durezza dell’ambiente. Ma è davvero solo un’impresa fisica? O è qualcosa di più?

Tarasov dipinge un universo crudo e spietato, dove la natura non perdona e la tecnologia è solo una fragile illusione di controllo. I ragazzi affrontano mortali, lotte contro elementi implacabili, e soprattutto il di dover diventare ciò che non sono mai stati: adulti, leader, esseri responsabili della propria esistenza. Il passaggio attraverso la diventa allora il simbolo del salto nell’ignoto, del taglio definitivo con l’infanzia.

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Dietro la storia, c’è un messaggio che echeggia in ogni mitologia: il vecchio mondo muore, e i giovani devono seppellirlo. Gli adulti sono una presenza fantasma, persi in un’ stagnante, incapaci di lottare per il futuro. Non sono forse il riflesso di ogni civiltà decadente, di ogni epoca che si piega sotto il peso della propria inerzia? I ragazzi sono il nuovo sangue, ma il loro viaggio è il prezzo che devono pagare per ereditare ciò che resta del mondo.

L’animazione, tipica della scuola sovietica, è brutale e visionaria. Colori duri, movimenti spezzati, scenari che sembrano emergere da un incubo lovecraftiano. Non c’è per il comfort, per la bellezza rassicurante. Ogni immagine è un monito, un avvertimento: la strada per la conoscenza è lastricata di sacrificio.

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È impossibile non vedere in Pereval un’eco delle grandi narrazioni distopiche e profetiche: La strada di Cormac McCarthy, dove il viaggio è l’unica speranza di salvezza; Il mondo nuovo di Huxley, dove l’ si spegne sotto il peso della propria apatia. Ma c’è anche il del Lavoro su di sé, il concetto che solo attraverso la prova si può ottenere la vera coscienza.

Alla fine del viaggio, la domanda resta sospesa: chi attraversa il passo diventa davvero libero, o è solo l’inizio di una nuova illusione?

Il sentiero è aperto. Ma pochi sono coloro che osano percorrerlo.

Anam

By Anam

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