Titolo originale: Mod Fuck Explosion
Paese di produzione: USA
Anno: 1994
Durata: 67 min.
Genere: Commedia, Drammatico, Horror, Fantascienza, Visionario, Grottesco
Regia: Jon Moritsugu
Mod Fuck Explosion (1994), diretto da Jon Moritsugu, è un delirio visivo che fonde subculture giovanili, alienazione e violenza in una storia di desiderio e autodistruzione. Protagonista è London, una ragazza malinconica e incompresa che sogna un’avventura romantica e una motocicletta, mentre si ritrova intrappolata in una Los Angeles alienante. La trama si sviluppa come una battaglia tra due bande rivali: i Mods, raffinati e arroganti, e i giapponesi dei Leather Knights, violenti e letali. Nel frattempo, London è immersa in un viaggio esistenziale fatto di sogni, incontri surreali e un grottesco senso di insoddisfazione, circondata da personaggi assurdi e scene al limite dell’assurdo.
Dopo l’anarchia di Terminal USA, Jon Moritsugu torna con Mod Fuck Explosion, un altro tuffo nel caos che sembra un punk show trasformato in un film. È sporco, grezzo e assolutamente irresistibile. Se pensavi che con Terminal USA avesse raggiunto il massimo della follia, preparati: qui si spinge ancora oltre, con una miscela di cultura pop anni ’90 e nichilismo.
Al centro del film c’è London, una protagonista che incarna il disagio adolescenziale in tutte le sue forme. Vuole qualcosa – forse l’amore, forse una fuga – ma il mondo intorno a lei è un casino. È bloccata in una città dove tutto è in frantumi: famiglie disfunzionali, bande che si massacrano a vicenda, e un’apatia collettiva che sembra avvolgere tutto.
La guerra tra Mods e Leather Knights non è solo un pretesto per scene di violenza surreale e coreografie grottesche; è anche una metafora dell’assurdità della divisione culturale e del tribalismo urbano. Eppure, Moritsugu non predica: si limita a gettare tutto in faccia allo spettatore con uno stile visivo che urla “punk” da ogni inquadratura. I colori saturi, i tagli frenetici e la fotografia lo-fi rendono il film un’esperienza immersiva e abrasiva.
E la musica? Come in Terminal USA, anche qui la colonna sonora è una bomba: punk abrasivo, rock lo-fi e un’energia che ti spinge a battere il piede anche durante le scene più strane. È come se Moritsugu avesse tradotto l’intera estetica DIY di una band punk in un linguaggio cinematografico.
Un altro punto forte sono i personaggi secondari. Ogni figura che London incontra è un mix tra il ridicolo e il tragico: dallo spacciatore paranoico alla migliore amica che sembra un alieno in incognito. Ogni dialogo è tagliente e surreale, proprio come ci si aspetterebbe da Moritsugu.
Certo, Mod Fuck Explosion non è per tutti. È strano, sporco e volutamente esagerato. Ma se hai apprezzato Terminal USA, amerai il modo in cui Moritsugu porta avanti il suo stile unico, aggiungendo ancora più caos e umorismo nero. È un film che non si limita a intrattenere: ti sfida, ti irrita e, a volte, ti fa scoppiare a ridere senza motivo.
Con Mod Fuck Explosion, Moritsugu conferma di essere un regista che non segue le regole e che preferisce esplorarne i frammenti con il suo linguaggio visivo unico. È un’esperienza cinematografica che ti lascia frastornato, ma incredibilmente soddisfatto.