LOWLIFE LOVE [SubITA]

Titolo originale: Gesu no Ai 
Nazionalità: Giappone
Anno: 2016
Genere: Drammatico, Sentimentale
Durata: 110 min.
Regia: Eiji Uchida

Presentato al Far East Film Festival, Lowlife Love è una commedia ambientata nel mondo del cinema indipendente giapponese, protagonista un cinico fallito. Ma l’amore, vero, per il cinema alla fine viene a galla.

La puttana santa

Per schivare un lavoro vero un indipendente cerca di fare film. Mette su una di recitazione promettendo ruoli ma il suo obiettivo è portarsi a letto le studentesse. Un farabutto certo, ma con un innegabile fiuto: quando conosce un aspirante attrice e uno sceneggiatore ne riconosce il talento e comincia a pensare in grande. [sinossi]

“Fare cinema è come innamorarsi di una puttana. Non riusciamo a lasciarla perdere, ma almeno possiamo continuare a scopare”.

Come potremmo non amare il personaggio di Tetsuo, il protagonista di Lowlife Love, presentato al Far East Film Festival, nonostante la gran quantità di sgradevolezze che presenta? Mantenuto, fallito, che millanta un grande potere nel mondo del cinema per portarsi a letto l’aspirante attricetta di turno. Con alle spalle un unico film realizzato dal significativo titolo “La scrofa”. Eppure. Se Tim Burton si divertiva a far incontrare Ed Wood con Orson Welles, sottolineando i tanti punti in comune, così il nostro Tetsuo tiene sulla parete della sua stanza il ritratto di John Cassavetes, che considera idealmente il suo nume tutelare, e a cui si rivolge, come a un oracolo, nei momenti difficili. Oltre a questo, la sua cameretta – in tutto e per tutto uguale a quella di un adolescente con i dvd e i poster d’ordinanza dei divi di riferimento – è tappezzata con la locandina di Easy Rider e l’affiche del Raindance Film Festival: un manifesto programmatico di cinema indipendente. Ma Tetsuo, sotto sotto, palpita di amore vero, genuino per la settima arte, per la quale è disposto a combattere contro i mulini a vento, proprio come Ed Wood. Un amore feticistico, fisico per un qualcosa che ormai non esiste più, il delle bobine che girano, la pellicola, da bambino, quando la lo portava in sala. “I film sono una battaglia che non possiamo perdere”, sostiene, e qui siamo dalle parti del film come campo di battaglia di Samuel Fuller ma anche di Kinji Fukasaku; il cinema come una puttana, chiosa un altro personaggio, e qui siamo dalle parti di Fassbinder.

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L’amore vero per il cinema è quello di chi fa il gesto di Truffaut con le mani chiuse a simulare il quadro della macchina da presa, di chi scrive a mano le sceneggiature, di chi sa interpretare con intenso afflato drammatico fin una scena in cui si calpestano escrementi sul marciapiede, di chi considera sempre e comunque cinema anche i film porno prodotti direttamente per l’homevideo. E il regista, Eiji Uchida, costruisce un film scansionato con il passaggio delle stagioni, cominciando da “Inizio primavera”, facendo così il verso un po’ a Ozu, un po’ a tanto cinema giapponese, un po’ a quella cultura orientale delle stagioni dell’anno come stagioni della vita. Il cinema e il suo mondo, fatto di figure losche, meretrici, sfruttatori, cani. Ma in Lowlife Love l’immaginario del cinema e ciò che lo produce combaciano. Tutti, attori cani e non, cineasti, gente comune, in definitiva recitano nella recita della vita. Recita l’attricetta che seduce le sue prede a fini carrieristici, simulando amore e attrazione, recita il facendo credere di ben introdotto nel mondo dell’industria cinematografica. E ancora nella realtà Lowlife Love è un film per realizzare il quale lo stesso produttore, Adam Torel, ha raccolto i fondi con un crowdfunding e vendendo la sua collezione di dischi.

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Recensione: quinlan.it

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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