EGG (SubITA)

Titolo originale: EGG.
Paese di produzione: Giappone
Anno: 2005
Durata: 73 min.
Genere: Horror, Fantascienza, Visionario
Regia: Yukihiko Tsutsumi

Sinossi:
In un futuro prossimo, un uomo e una donna si risvegliano all’interno di una struttura sigillata, priva di finestre, senza alcuna memoria di chi siano né del motivo per cui si trovino lì. Tra le mura asettiche e i corridoi curvi di quello spazio labirintico, i due scoprono l’esistenza di un misterioso “uovo” — un oggetto vivo, pulsante, che sembra reagire ai loro pensieri. A poco a poco, la realtà si piega, i ricordi si deformano e la linea tra verità e simulazione si disintegra, portandoli a una lenta, inevitabile rinascita.

Recensione:
Ci sono film che non raccontano, ma incubano. Egg di Yukihiko Tsutsumi è uno di questi: un’opera che non si guarda, ma si attraversa come una cellula, come un sogno che pulsa dietro la palpebra chiusa del mondo. Tutto nel film sembra respirare da solo — i suoni, la luce filtrata, il bianco che si piega fino a farsi opaco. Tsutsumi, già noto per il suo interesse verso l’isolamento e la psicologia della memoria (2LDK, Sayonara, Debussy), qui costruisce un esperimento quasi filosofico sul senso della nascita, della percezione e della coscienza come prigione.

La stanza chiusa in cui i protagonisti si risvegliano non è solo un ambiente narrativo, ma una metafora dell’utero tecnologico: un guscio che li protegge mentre li separa, li forma mentre li dissolve. L’“uovo” del titolo non è tanto un oggetto quanto un’idea: quella dell’origine, ma anche del potere divino di creare mondi — e di distruggerli. C’è un’atmosfera sospesa, che ricorda i momenti più astratti del cinema di Oshii o la claustrofobia metafisica di Cube, ma declinata attraverso una lente giapponese, più contemplativa e rituale.

Guarda anche  VIBROBOY (SubITA)

L’immagine è pulita fino all’ossessione. Ogni inquadratura è calibrata come un esperimento ottico, dove il vuoto è più eloquente del dialogo. La scenografia, ridotta all’osso, diventa un teatro mentale: pareti bianche, luci intermittenti, suoni sintetici che scandiscono un tempo innaturale. È cinema che non vuole emozionare, ma risvegliare — come se lo spettatore fosse parte di un esperimento collettivo sullo sguardo.

Tsutsumi riesce a fondere la freddezza della fantascienza con la malinconia spirituale del dramma umano. Quando i protagonisti iniziano a ricordare frammenti del loro passato, lo spettatore comprende che non stanno cercando la via d’uscita, ma il significato della propria forma. In questo senso, Egg è una parabola sulla reincarnazione dell’identità: ogni rinascita implica la distruzione di ciò che si era. È un film che parla di Dio, della coscienza e della carne senza mai nominarli — come un sutra elettronico.

Lentamente, ci si accorge che l’uovo non è altro che l’occhio dello spettatore stesso: osserva, riflette, giudica, crea. E allora la vera domanda del film diventa: chi ci sta guardando, mentre crediamo di guardare?
La risposta non arriva, perché Tsutsumi non concede catarsi: la conclusione è un ritorno al punto di partenza, un ciclo perfetto in cui la consapevolezza si trasforma in condanna.

Egg non è un film per chi cerca la storia, ma per chi cerca la soglia. È un’esperienza che scivola tra la carne e il pensiero, tra la scienza e il mito, e finisce per suggerire che forse l’universo intero è solo un embrione che non ha ancora deciso cosa diventare.

Guarda anche  LORD OF TEARS [SubITA]

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Related Posts