KAMIKAZE 1989 [SubITA]

Titolo originale: Kamikaze 1989
Paese di produzione: Germania
Anno: 1982
Durata: 106 min.
Genere: Drammatico, Fantascienza, Thriller, Visionario
Regia: Wolf Gremm

Al tenente di polizia Jansen è affidata un’inchiesta delicatissima e segretissima, tanto che i suoi stessi collaboratori ne hanno solo una vaga idea: ha quattro giorni di tempo per neutralizzare chi ha minacciato un attentato dinamitardo contro un grosso gruppo dell’informazione. Quando salta fuori un colpevole reo confesso, Jansen è convinto che la verità sia un’altra, con implicazioni in alto loco. Realizzato nel 1982 nel “giro” di Fassbinder (con lui come protagonista), il film è un racconto di anticipazione, che mira al sodo della “suspense” e, più ancora, della denuncia del marciume occultato fra le pieghe dei centri di potere.

Poliziesco sci-fi dalla trama avvincente benché eccessivamente intricata e con qualche particolare che non risulta di immediata comprensione. Scenario orwelliano dove la TV domina su tutto e la parola “suicidio” è stata ipocritamente sostituita con “morte inattesa”. Molto interessante il cast: da un discotecaro e cinico Fassbinder in completo leopardato a Franco Nero. Musiche a tema di Edgar Froese/Tangerine Dream con citazioni da “La Traviata” di Verdi.

Girata nel 1982 e restaurata nel 2006, la pellicola descrive una Germania “futuristica” del 1989, divenuta la nazione più ricca al mondo dove tutti i problemi sociali sono stati risolti. La società è giostrata da una potente corporazione. Qualcuno però cerca di ribellarsi al potere stabilito, e fa partire un allarme bomba nel grattacielo dove risiede la lobby. Ne scaturirà un’inchiesta giudiziaria seguita da Jansen (R. W. Fassbinder), un anticonformista con la giacca leopardata, il quale scoprirà segreti e intrecci tra potere e mondo d’affari collegati all’esistenza di un misterioso trentunesimo piano del che ne contava ufficialmente solo trenta.

Come d’altronde il cyberpunk prevede, il racconto si focalizza sulle azioni di un personaggio a cui viene dato il peso maggiore, qui interpretato da Fassbinder che trasmette quel senso di controllo il stile Orson-Welles. Egli è presente anche visivamente con la sua massa fisica, sottolineata dal pesante vestito leopardato e dagli atteggiamenti vistosi e ruvidi.

Le immagini sono volutamente sporche, i rumori della città si accavallano ai dialoghi che sembrano a volte un po’ improvvisati, l’ambiente circostante ricostruisce quella brutale cementificazione di stampo Germania-Ovest. La rappresentazione del film ricalca lo stile anarchico dell’antiteater (di cui anche Rainer Werner ne fece parte), questi costituito in poche parole, da un miscuglio di movimenti coreografici e provocative pose statiche.

Nel suo insieme il lungometraggio di Gremm, comunica allo spettatore un forte senso di estraniamento che si risolve nelle parole del co-autore Robert Katz, il quale ebbe a dire: “Rainer Werner Fassbinder incorpora il deficit dell’avvenire di un combattente di kamikaze. L’assenza di significa a sua volta l’assenza di un messaggio”.

Kamikaze ´89 è nei primi minuti un film divertente, paradossale, e va via via trasformandosi in qualcosa di più cerebrale. Possiede degli elementi thriller, e per il suo trattare le conseguenze sulla società causate dal controllo dei mezzi di comunicazione, si colloca da una parte nella variante Postcyberpunk e dall’altra, per la componente noir, in quella del dieselpunk.

La colonna sonora, ormai difficile da trovare in giro, è stata realizzata da Edgar Froese fondatore del gruppo Tangerine Dream. Su youtube è possibile ascoltarla interamente. Lo stile ricorda i vecchi Kraftwerk e la di Karlheinz Stockhausen.

L’assenza di messaggio dichiarata da Katz è alla base di quel nonsense antropologico che fa della lotta di classe un elemento indissolubile di un discorso distopico. Il sospetto è che quindi sia tutto una farsa, che la società non sia poi così perfetta. È l’uomo a creare in un primo momento, e a distruggere in un secondo, diventando in conclusione, come disse il filosofo Max Scheler “un problema per se stesso”.

Guarda anche  THE MAN FROM LONDON [SubITA]

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