GREEN FISH (SubITA)

Titolo originale: Chorok mulkogi
Nazionalità: Corea del Sud
Anno: 1997
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 111 min.
Regia: Lee Chang-dong

Mak-dong è appena stato congedato dall’esercito e sta tornando a casa in treno. Sporgendosi dal finestrino per respirare la sua nuova libertà, riceve in pieno viso il foulard rosso di una ragazza che sta facendo lo stesso da un finestrino nel vagone accanto. Avvicinandosi a lei si accorge che tre uomini la stanno molestando: interviene, ma viene malmenato. Di ritorno a casa, Mak-dong cerca un lavoro per aiutare la sua famiglia, che versa in cattive acque dopo la morte del padre. Un giorno per caso ritrova la ragazza del treno, e scopre che si tratta della donna di Bae Tae-gon, un temuto malvivente che però, per ringraziarlo di aver difeso la sua ragazza, gli offre un lavoro. Mak-dong conquista la fiducia di Bae ed entra a far parte della sua banda… 

Green Fish è un film che si discosta dallo stile degli altri film di Lee Chang Dong, scrittore che nel campo del aveva solo scritto un paio di sceneggiature e senza alcun apprendistato particolare alla regia. E’un film meglio intellegibile ad una prima lettura, più epidermico, cristallino nel suo assunto e lineare nel suo corso. E’ inserito in stilemi tipici del movie da cui si distacca però con una poderosa( dal punto di vista emozionale) parte finale e per un discorso politico che è sempre bene evidente. Makdong vive una situazione disagiata come la vivono la maggior parte dei coreani: il malaffare impera, la polizia è corrotta( buffa la scena di quando fanno la multa a suo fratello e i poliziotti oltre a farsi corrompere lo derubano anche di 5 mila won oltre il pattuito), l’unico modo di far successo è entrare nell’underworld delle bande criminali. Il suo boss si atteggia anche a filosofo di vita ma Makdong ha la sua visione, è impulsivo, umorale, prigioniero dei suoi istinti e soprattutto si avvicina troppo alla moglie del capo.

Guarda anche  CALL ME LUCKY (SubITA)

Da questo punto di vista il film di Lee Chang Dong ci racconta qualcosa di già visto soprattutto nel di Hong Kong: storia di mafia, lotte intestine, violenze e prevaricazioni ingiustificate, lotte all’ultimo per sopravvivere. Ed è proprio per la passionalità che immette nella propria vita che Makdong va incontro a un destino funesto: ha perso quell’innocenza da bambino che lo caratterizzava(il discorso al telefono sul pesce verde, simbolo della perdita di una giovinezza e di un candore) e pagherà a caro prezzo le sue azioni. Dal punto di vista strettamente formale stupisce la maturità nell’uso dello strumento espressivo, magari meno ellittico e raffinato di quello dei film successivi però di un livello sempre molto alto. Green Fish sembra tutto fuorchè un film d’esordio di un autore al dopo una carriera da scrittore. Se la parabola di Makdong è qualcosa di già visto, quello che appare nuovo nel film coreano è la malinconia che lo caratterizza, il pessimismo cosmico che lo avvolge, la critica politica che esonda allorchè sembra che l’unica possibilità di emergere per un poveraccio è quella di darsi al crimine. E quell’ultima sequenza in cui la placida rusticità anche un po’ antica del ristorante dei familiari di Makdong è contrapposta ai di ferro e cemento che fendono l’aria per arrivare a “grattare” il cielo simbolo del nuovo e dell’arricchimento impazzito vale più di qualsiasi critica al rinnovamento che avanza in Corea. Così come letteralmente trafigge il pianto catartico della donna del che di nascosto si accorge che quel ristorantino che serve zuppa di pollo freschissima, è dei familiari di Makdong.
Un brano di destinato a rimanere parecchio nella memoria.

Guarda anche  NO MEN BEYOND THIS POINT [SubENG]

Recensione: filmtv.it

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Related Posts