AS THE GODS WILL [SubITA]

Titolo originale: Kamisama no Iu Toori
Nazionalità: Giappone
Anno: 2014
Genere: Azione, Fantascienza, Spirituale, Thriller, Visionario
Durata: 118 min.
Regia: Takashi Miike

Lontano da una decennio dalle sue vette più visionarie e filosofiche, come – seppur da un numero minore di anni – dalle personali rielaborazioni della cultura tradizionale e del mito del samurai, Takashi Miike ha firmato di recente film nel migliore dei casi sospesi sul ciglio delle sue diverse identità: quella ludica, quella innovativa, quella commerciale e quella di un pop violentissimo e radicale. Quel che il giapponese non ha mai smesso di fare è di raccontare, con maggiore o minore efficacia, le espressioni più estreme e oscure della natura umana, e di piantare dei semi di ragionamento morale e esistenziale. Con As the Gods Will, ennesimo adattamento di un popolare manga, Miike prosegue in questo percorso, spingendo sia sul pedale di una giocosità infantile che ricorda vagamente quella di The Great Yokai War, sia (paradossalmente ma non troppo) su quello di un’elaborazione metafisica e spirituale che pare guardare direttamente alle sue opere migliori.

L’inizio del film è folgorante, e catapulta lo spettatore all’interno di una classe di liceo dove un Daruma parlante impone ai ragazzi l’equivalente nipponico del nostro “Un, due, tre, stella!”, facendo esplodere il cranio di coloro che sorprende in movimento. L’unico sopravvissuto al gioco ne incontrerà altri, e tutti insieme dovranno affrontare un enorme Maneki-Neko, mortale anche lui: e così via, fino alla riduzione progressiva del numero dei protagonisti nel corso di giochi infantili e letali, imposti da un’entità superiore e astratta, crudele e capricciosa, forse aliena, forse (più probabilmente…) divina. Il tutto mentre un enorme e candido volante, al cui interno sono stati portati i ragazzi, sorvola Tokyo scatenando nella popolazione inquietudine prima e fervori religiosi poi.

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Rapido (nonostante qualche logorrea di troppo immancabile in Miike), divertente, spesso e volentieri efficacemente delirante, As the Gods Will è un film assai più ambizioso di quanto la sua natura ludica e i suoi giochini infantili e sanguinolenti portino a pensare: perché il giapponese vuol prendere sul serio il ragionamento spirituale che il materiale di partenza gli fornisce. Shun, vero protagonista del racconto, è forse responsabile dell’ che si sta manifestando: uno studente annoiato e abulico che confessa di aver desiderato la distruzione di un che non ama e il desiderio di percepire la per sentire, finalmente, la vita. Ma dato che la sua anima è in buona e altruista, il dio che gioca con lui e suoi compagni gli mette vicino, come vuole il Tao, un coetaneo che incarna realmente l’oscurità, la morte e il male, ansioso di rifondare il secondo regole spietate e verticali.

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La polarità tra Shun e il suo opposto, che emerge in un finale sospeso e aperto, è calata in un film che non lesina accenni filosofici rimandanti a quel mix tra shintoismo e che caratterizza la cultura nipponica, e che Miike cerca di evocare senza però mai mostrare la convinzione e la determinazione necessarie per ribaltare le in tavola e scartare nettamente dal gioco fumettistico alla riflessione spiazzante e metaforica.A conti fatti, a dispetto quindi delleambizioni, As the Gods Will finisce con il preferire l’intrattenimento al ragionamento, e solleva interrogativi piuttosto che ipotizzarne le risposte: forse in modo un po’ furbo e pretestuoso, ma sono comunque soprattutto domande, impegnative e profonde, ciò che il lascia in eredità ai suoi spettatori. Perché l’esistenza di un dio, la sua vera o presunta umanità, la sua voglia di intervenire o meno nelle cose sono in fondo gli indovinelli più diabolici che Miike mette in scena nel suo film.

Recensione: comingsoon.it

By Anam

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