NO SMOKING [SubENG]

Titolo originale: No Smoking
Nazionalità: India
Anno: 2007
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 128 min.
Regia:

K è un fumatore compulsivo e rifiuta di fare qualsiasi cosa per risolvere il problema. Ma quando la sua compagna Anjali si allontana da lui, decide di incontrare Baba Bengali, la guida di “Prayogshala”, un centro di riabilitazione per qualsiasi tipo di dipendenza. E quando K incontra Baba Bengali sigla con lui un accordo che non potrà più sciogliere. Orgoglioso e disperato, K finisce per ribellarsi e sfidare gli ordini di Baba. Si accende una sigaretta e la sua auto va in mille pezzi. Ma questo è solo l’inizio.

L’INCONTRO DEL CINEMA DI BOLLYWOOD CON QUELLO AMERICANO CREA UN THRILLER FILOSOFICO CHE AMMICCA CON EFFICACIA A KAFKA, ORWELL E THE TRUMAN SHOW.

Il è la causa principale delle statistiche: può essere riassunta in questa massima l’ del indiano Anurag Kashyap (che ha ricevuto i plausi della critica per il suo Black Friday), che porta a compimento un’opera estremamente complessa e interessante.
L’incontro del cinema di Bollywood con quello americano, crea un thriller filosofico che passa per Kafka, Zeno Cosini e Matrix, ammiccando a Orwell e al Truman Show. Forse un po’ troppo per una solo film, ma decisamente gradevole e intenso per tutta la sua durata: centoventicinque minuti. Trama semplice ed efficace.
K., fumatore accanito e perseverante, dopo l’allontanamento della moglie, decide di rivolgersi a Baba Bengali, un santone senza scrupoli (ammiccante sostenitore del fu partito nazista) che lo inizierà a un “processo” senza ritorno in cui smettere di fumare è la sola regola consentita. Ogni eccezione causerà e distruzione, sofferenze e atrocità inflitte nel nome di una giusta causa. Parlarne non servirà a niente, il confine tra e realtà diventerà un incubo senza vie d’uscita, almeno fino a quando la “terapia” non sarà conclusa.

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Non è facile liquidare in poche righe un tema così complesso, un incipit “leggero” colto a pretesto per guardare con cinismo a tutte le crociate salutiste, a mali del nostro secolo – e di quello scorso – ben più gravi delle colpe inflitte ai “poveri” fumatori. La separazione fra anima e corpo sembra fondamentale – nel pieno rispetto della indiana – il libero arbitrio una conquista da perseguire a ogni costo, anche il più doloroso. Simbolismi e ricorsi storici per una pellicola che affronta senza vergogna uno dei temi più abusati del nostro tempo, un peccato originale che è difficile da mondare e da espiare: le sofferenze inflitte al ebraico, la soluzione finale inferta da persone senza scrupoli, ognuna delle quali di un meccanismo che ha coinvolto un intero sistema.
Se tutto questo vi sembra troppo per una sigaretta, non vi resta altro che vedere il film (se mai qualcuno, e lo speriamo, decidesse di distribuirlo così com’è), sedervi al centro del e giudicare voi stessi. Attenzione però, smettere di guardare potrebbe non essere così semplice.

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Recensione: mymovies.it

 

By Anam

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