THE COFFEE TABLE (SubITA)

Titolo originale: La mesita del comedor
Paese di produzione: Spagna
Anno: 2022
Durata: 91 min.
Genere: Commedia, Drammatico, Horror
Regia: Caye Casas

Un incidente domestico apparentemente banale si trasforma inspiegabilmente in un dramma che trascina un’intera in un allegorico inferno.

A volte si inizia la visione di un film senza avere particolari aspettative, senza sapere neanche cosa si sta guardando di preciso. E la mancanza di informazioni preliminari in merito potrebbe portare, come è accaduto a me con La mesita del comedor (The Coffee Table per il internazionale), a rimanere estremante sorpresi, perfino shockati, a mano a mano che la prosegue. Perché l’opera seconda dello spagnolo Caye Casas è un film capace di turbare, di lasciare effettivamente scossi con un mix particolarissimo di e dramma che, inevitabilmente, si trasforma in puro.

Jesus e Maria sono diventati genitori da poche settimane e questo ha portato a una piccola crisi di coppia che sta rendendo il loro rapporto un po’ turbolento. Nell’intenzione di rinnovare l’arredamento dell’ in cui vivono, i due acquistano un tavolino di vetro (di dubbio gusto) che il commerciante assicura essere particolarmente resistente oltre che molto pregiato. L’affare è fatto, solo che Jesus dovrà assemblarlo da sé in puro stile Ikea. In vista di un pranzo con il fratello di Jesus e la sua compagna, anch’essa in dolce attesa, Maria esce per fare spesa e lascia il loro bambino a Jesus, che è intento ad assemblare il tavolo: da quel momento si susseguono una serie di eventi che definire tragici è un eufemismo e porteranno la coppia in un vortice di follia e disperazione.

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Meglio non entrare nel dettaglio della trama per non svelarvi troppo dell’ che vi aspetta, ma un’avvertenza è d’obbligo: se siete genitori da pochi mesi o state per diventarlo, la visione di questo film è caldamente sconsigliata. Sono serio.

Dopo il black humour della commedia fantastica Matar a Dios, Caye Casas si conferma molto abile con storie paradossali che partono da una premessa grottesca, ma con La mesita del comedor alza decisamente l’asticella aggiungendo a quel contesto da risatina a denti stretti un importante valore drammatico che ribalta completamente la lettura dell’opera.

La di Jesus e Maria – a proposito, David Pareja ed Estefanía de los Santos sono magnifici e molto naturali – viene fatta a pezzi in un modo che non ci si aspetterebbe mai nella realtà, un inimmaginabile che deve fare i conti proprio con la normale prosecuzione della vita. Ed è quello che succede nel film, perché la giornata di questa coppia è pianificata nella sua banalità e così deve fondamentalmente restare nonostante l’ostacolo insormontabile che si viene a creare. Perché quella sudarella fredda che coglie lo spettatore non è neanche data dall’elemento horror in sé che nel film è presente, ma in quello che ne scaturisce, nell’apparentemente immotivata reazione di Jesus e negli escamotage che adotta per fingere che sia accaduto. Ma la sceneggiatura di Cayo Casas e Cristina Borobia, che mostra un livello di sadismo davvero molto alto, è piena di ostacoli che tendono a complicare una situazione che già di suo è priva di un’uscita portando a una tensione davvero insostenibile.

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Il finale, che è la ciliegina sulla torta della tragedia, viene vissuto dallo spettatore quasi come una liberazione, quel dorso della mano che asciuga il sudore accumulato nei 90 minuti precedenti.

Sembra un’esagerazione, ma La mesita del comedor davvero è un film che può far star male, perché coglie in contropiede e sferra tante di quelle inaspettate pugnalate allo spettatore che la percezione finale può essere anche molto negativa.

Al di là delle sensazioni emotive che può suscitare, La mesita del comedor comunque ha dalla sua una serie di impeccabili caratteristiche prettamente cinematografiche che si lasciano apprezzare. Mi riferisco all’ottima gestione degli spazi, tutti interni, e una regia molto attenta nel costruire la tensione con i giusti movimenti di macchina e l’inserimento puntuale della colonna sonora (curata da Esther Méndez).

Portandosi a casa la statuetta di miglior film sia al Tallinn Black Nights Film Festival che al prestigioso Bruxelles International Fantastic Film Fest, La mesita del comedor ha avuto la prima italiana all’interno della 17ª edizione de La Nueva Ola – Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano e arriverà nei cinema italiani questo autunno distribuito da Exit Media con il titolo Il tavolino di vetro.

Se sceglierete di vederlo, preparatevi a un’esperienza che non vi lascerà indifferenti.

Roberto Giacomelli

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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