PINK NARCISSUS (SubITA)

Titolo originale: Pink Narcissus
Nazionalità: Stati Uniti
Anno: 1971
Genere: Sperimentale, Erotico, Visionario
Durata: 64 min.
Regia: James Bidgood

C’è un tempo in cui il cinema era anche clandestinità. Era gesto di ribellione pura, creazione in esilio, urgenza poetica in un mondo che non aveva occhi per vedere. Pink Narcissus nasce in quel tempo, ma sembra provenire da un’altra dimensione: un limbo barocco dove Eros si specchia nell’arte e l’identità implode in riflessi infiniti.

Girato tra il 1963 e il 1970, interamente in un appartamento di New York trasformato in set fantastico, Pink Narcissus è un’opera mitologica, muta e fluida, che esplora la psiche desiderante di un giovane prostituto. Ma niente è realistico qui. Il realismo è bandito. Non ci sono dialoghi, non c’è narrazione classica. Solo visioni: un trip continuo attraverso stanze immaginarie, deserti di velluto, giardini allucinati, inferni kitsch, paradisi artificiali.

Bidgood, artista totale e visionario incompreso, crea un film come si crea un incantesimo: usando stoffe, luci colorate, specchi, fumo e fantasia. Ogni scena è una tela vivente, una fotografia erotica trasformata in rituale estetico. L’erotismo è ovunque, ma mai pornografico: è adorazione del corpo come tempio, come paesaggio mentale, come icona da contemplare e da cui farsi bruciare.

Eppure, in tutta questa magnificenza sensuale, c’è malinconia.
C’è solitudine.
C’è una ricerca disperata di contatto, di significato, di identità.
Il protagonista si perde nelle sue stesse fantasie, come Narciso nel riflesso che lo incanta e lo condanna. Il film è un viaggio nella masturbazione come atto spirituale, nella contemplazione del Sé come forma d’arte, nella dissociazione come sopravvivenza.

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E pensare che, per decenni, il film fu attribuito ad Andy Warhol. Tanto era misterioso, tanto era potente. Solo dopo anni Bidgood reclamò la paternità di questa creatura lisergica e struggente, ma ormai il tempo l’aveva già consacrato a oggetto di culto. Non solo per la comunità queer underground, ma per chiunque abbia il coraggio di spingersi oltre la superficie del visibile.

James Bidgood è un alchimista del desiderio. Pink Narcissus è il suo specchio magico. Un’opera che ci dice: “guarda il tuo desiderio fino in fondo. E poi chiediti: chi sei, davvero, quando nessuno ti guarda?”.

Un film che non racconta, ma rivela.
Che non giudica, ma accarezza.
Che non assolve, ma abbraccia.

Pink Narcissus è il sogno di un fiore che non sboccia mai del tutto, ma il cui profumo resta per sempre nell’aria.
È il cinema dell’anima segregata. Il poema di chi ama senza parole.

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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