MABOROSI [SubITA]

Titolo originale: Maboroshi no hikari
Nazionalità: Giappone
Anno: 1995
Genere: Drammatico
Durata: 110 min.
Regia: Hirokazu Kore’eda

Da poco sposati e con un figlio appena nato, Yumiko (Makiko Esumi) e Ikuo (Tadanobu Asano) sono una giovane felice e spensierata. L’idillio si rompe con l’improvvisa di Ikuo, apparentemente suicidatosi sotto un treno in transito. Alcuni anni dopo Yumiko cerca di rifarsi una vita acconsentendo a un matrimonio combinato, ma i dubbi legati al tragico gesto dell’ex marito non le danno pace.

Ispirato a un breve di Teru Miyamoto, il film segna l’esordio nel di fiction di Hirokazu Kore-Eda, già autore nei primi anni Novanta di apprezzati documentari televisivi fra cui Eiga ga jidai o utsusutoki – Hou Hsiao-hsien to Edward Yang (1993) sui due padri del nuovo cinema taiwanese. Utilizzando esclusivamente luci basse e naturali e prediligendo campi medi e inquadrature fisse (una composizione formale precisa e rigorosa che a molti ha ricordato l’intima compostezza del cinema di Ozu), il regista giapponese dirige un dramma sospeso fra e realtà, in cui riflette con tono malinconico sulla effimera di ogni cosa (il titolo nipponico si può tradurre liberamente come “ illusoria”). Siamo solo in apparenza lontani dalla limpida concretezza dei successivi Nessuno lo sa (2004) e Still Walking (2008), ma i temi prediletti del regista, dal lutto alla memoria, dalla famiglia alla distanza, sono già tutti qui. Tra le numerose domande che rimangono irrisolte si fa strada una sola certezza, la è un problema esclusivamente dei vivi: è così che la scomparsa di Tadanobu Asano dopo appena venti minuti dall’inizio della pellicola si rivela un puro artificio narrativo che dà modo a Kore-Eda di arrestare la narrazione e indagare lo struggimento di “quelli destinati a restare”. Rimanendo a distanza dai suoi personaggi — ma solo per inquadrarne meglio il dolore — il regista li immerge in atmosfere rarefatte e scenari suggestivi, riuscendo infine nell’impresa di catturare un vero e proprio miraggio. Presentato in concorso alla Mostra di 1995, il film è premiato con l’Osella d’oro per la miglior regia.

Guarda anche  THE NIGHTINGALE [SubITA]

Recensione: longtake.it

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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