Titolo originale: Johnny Cash in San Quentin
Paese di produzione: USA
Anno: 1969
Durata: Cinquantina di min.
Genere: Documentario, Musicale (documentario musicale), Speciale TV
Regia: Michael Darlow
Il 24 febbraio 1969 The Man In Black varcò i cancelli della prigione per registrare lo storico album “At San Quentin”.
A poco più di un anno dalla leggendaria esibizione all’interno del penitenziario di Folsom, del gennaio 1968, il grande Johnny Cash decise di impuntarsi con la sua casa discografica per replicare quel grandioso evento all’interno di un’altra storica, e purtroppo maledetta, prigione di stato californiana: il penitenziario di San Quintino, “quello con il braccio della morte”.
The Man In Black chiese alla Columbia di poter suonare nuovamente all’interno di un carcere per rendere omaggio e portare speranza a coloro che lui definiva dei veri “compagni di viaggio”, i carcerati degli Stati Uniti. Forse in segno di rispetto per tutte le volte in cui finì in galera, o per replicare un successo incredibile dovuto alla pubblicazione di At Folsom Prison dell’anno precedente, il concerto di San Quentin non divenne soltanto un disco fondamentale nella storia del rock e del folk ma la registrazione in video (originariamente per una TV inglese) contribuì a diffondere e far conoscere l’immagine di Cash in tutto il mondo attraverso l’interpretazione dei suoi testi davanti a quel pubblico che probabilmente più d’ogni altro li avrebbe apprezzati.
Durante quel concerto a Johnny Cash venne scattata probabilmente la sua foto più celebre di sempre, quella che ha consegnato la sua immagine alla storia e che per le prossime generazioni lo definirà, quella con il dito medio alzato puntato verso la camera. Quello scatto, come spigato da Cash negli anni successivi, venne realizzato quando la troupe televisiva che stava riprendendo il concerto decise di ignorare le richieste di The Man In Black: il cantautore non riusciva a vedere il pubblico e, dopo il rifiuto della troupe televisiva di spostarsi, Cash si rivolse alla cinepresa con quel gesto di stizza.
L’album, il secondo dal vivo mai registrato da Johnny Cash, ricevette due nomination ai Grammy Award (tra cui uno come album dell’anno) vincendone uno come miglior performance vocale country maschile. È tutt’oggi considerato come uno dei migliori album live mai registrati e tra le performance più emozionanti di The Man In Black, in grado di incidere su quel nastro la compassione per il luogo in cui si trovava, la gioia della risposta del pubblico, la tristezza per la consapevolezza del destino di alcuni presenti nel pubblico e la ritrovata vigoria artistica di fine anni ’60 (il tutto ovviamente accompagnato dall’inseparabile e amatissima moglie June Carter).
(https://www.virginradio.it/)
Questo documentario esiste in un DVD extra presente nell’edizione “prestige” del concerto. Io non ce l’ho. Non compro CD, né tantomeno DVD. Non ho idea se nel cofanetto siano presenti dei sottotitoli in italiano. In rete non ne ho trovati. Ho tradotto all’ascolto. Quindi è facile ci siano imprecisioni. Ma come dicevano alcuni miei parenti in milanese stretto: piuttosto che niente, è meglio piuttosto, giusto?
FRA