
Titolo originale: Toemalog
Paese di produzione: Corea del Sud
Anno: 2024
Durata: 85 min
Genere: Animazione, Horror, Fantastico, Azione
Regia: Kim Dong-Chul
Sinossi:
Un monaco e un ex sacerdote si uniscono per proteggere un bambino dalle capacità straordinarie, mentre uno di loro deve fare i conti con i demoni del proprio passato.
Recensione:
Toemalog (conosciuto anche come Exorcism Chronicles: The Beginning) di Kim Dong-Chul è un film animato che scuote le fondamenta del sacro e dell’oscuro con la delicatezza fredda di un incubo calcolato. Non è solo un film di possessione o esorcismo: è una meditazione sul potere della fede, sulla fragilità dell’anima e sulla natura della corruzione spirituale. Kim porta sullo schermo una sincronicità inquietante tra cristianesimo, buddismo e magia rituale, creando un universo visivo che sembra sospeso tra la realtà e un mito antico, mai completamente terreno.
La storia del Padre Park — un uomo che ha scelto di abbandonare la medicina per abbracciare la croce — è perfetta per una parabola sull’espiazione e il sacrificio. Quando il suo amico monaco gli chiede aiuto per difendere un ragazzo straordinario, non si tratta solo di salvare un bambino, ma di affrontare un destino che aveva cercato di fuggire. Il film costruisce una teologia personale: non una spiegazione rituale facile, ma un dialogo violento e dolce con il male stesso, dove l’esorcismo è allo stesso tempo arma e guarigione.
Visivamente, Toemalog è ipnotico. La fusione tra animazione 2D e 3D — scelta consapevole del regista — genera texture che sembrano tessute da incenso e sangue, creando superfici morbide e inquietanti. Lo studio Locus Animation ha impiegato uno sforzo monumentale per rendere ogni paesaggio non solo bellezza ma anche luogo sacro, teatro dell’eterna lotta tra luce e oscurità. Le scene di rito, di battaglia spirituale, di contemplazione sono rese con cura quasi liturgica: ogni ombra, ogni alito di vento animato sente il peso di un’antica congiura.
Il film non evita la violenza, ma la tratta come parte di un sacrificio più grande: non è solo corpo che soffre, ma anima che brucia sotto il giogo del rimorso. Padre Park è un guerriero della fede con cicatrici invisibili: davanti a lui non c’è solo un villaggio da salvare, ma una verità che ha rinnegato. Il bambino da proteggere non è solo un obiettivo: è la speranza di redenzione, ma anche la tentazione suprema del potere occulto.
La sceneggiatura (firmata da Lee Woo-hyeok e Lee Dong-ha) è un equilibrio sottile tra azione mistica e introspezione morale. Non mancano momenti di tensione elevatissima — esorcismi, rituali, rivelazioni — ma anche pause sospese, in cui il male non si manifesta con un urlo ma con un sussurro. Queste pause sono tanto importanti quanto le esplosioni visive: sono il tempo in cui la fede vacilla, in cui la memoria torna, in cui il protagonista si interroga su ciò che ha perduto.
Un aspetto che rende Toemalog particolarmente interessante è il modo in cui il regista modella il mondo spirituale come una struttura “politica”: il tempio segreto non è solo luogo di preghiera, ma centro di potere, di segreti, di alleanze e tradimenti. Le forze oscure non sono semplicemente demoni: sono idee, sistemi, valori distorti. E per batterle serve più della preghiera: serve coraggio, sacrificio, conoscenza.
C’è anche una componente “guerriero”: il film mescola horror occulto con azione leggera, come se il protagonista fosse un cavaliere del sacro in armatura non di metallo ma di fede e memoria. Questo dà a Toemalog una forza rara: non è solo spavento, è eroismo esoterico. Non è solo battaglia, è ricerca.
Se da un lato il film si inserisce nella tradizione del fantasy coreano (ispirato al romanzo Toemarok di Lee Woo-hyeok), dall’altro riesce a elevarsi: non sembra un semplice adattamento, ma un’opera autonoma che parla del male antico con il linguaggio moderno dell’animazione. È come se Kim Dong-Chul avesse scritto un vangelo in codice, fatto di demoni, anime, codici esoterici e verità perdute.
Il ritmo è calibrato per creare uno stato di trance: non troverai una narrazione “semplice”, ma una tessitura di visioni. Le sequenze di esorcismo, i dialoghi con il demone, i momenti in cui i poteri del bambino si manifestano sono costruiti come strumenti di evocazione, non come pura scena d’azione. E questa strategia paga: il film ti invade, ti scuote, ti lascia con la sensazione di avere assistito non a un racconto, ma a un rito iniziatico.
In definitiva, Toemalog è un’opera che richiede fiducia: fiducia nello spettatore che accetta di essere messo alla prova, fiducia nel regista che non cerca la teatralità spettacolare, ma la profondità spirituale. È cinema “magico” nel senso più sacro del termine, un’animazione adulta che non ha paura dell’oscurità.
