BUBBA HO-TEP [SubITA]

Titolo originale: Bubba Ho-tep
Nazionalità: USA
Anno: 2002
Genere: Commedia, Grottesco, Horror
Durata: 92 min.
Regia: Don Coscarelli

Se c’è una cosa in cui l’ cinematografica non ha rivali è la capacità di rubare idee altrui. Che poi si parli di omaggio, trasposizione, remake o quant’altro, è faccenda per la quale ora non vale spendere caratteri e inchiostro virtuale. Se c’è una cosa in cui l’industria cinematografica è invece carente, è l’interesse riservato a Joe Lansdale, che, con la sua sterminata produzione letteraria, potrebbe regalare più volte all’anno materiale su cui qualsiasi produttore dotato di un minimo di fiuto metterebbe le mani. E invece, a oltre vent’anni dal suo esordio, le uniche trasposizioni che per ora ci sono date sono Incident On and Off a Mountain Road (tratto da un racconto breve e diretto sempre da Don Coscarelli per la prima stagione dei Masters of Horror) e il qui Bubba Ho-Tep, divertente horror umoristico tratto da un suo breve (o racconto lungo che dir si voglia) omonimo.

Scritto e diretto dal phantasmatico Coscarelli, Bubba Ho-Tep è, prima di tutto, una coloratissima messa in immagini di una delle storie più irriverenti, originali e scurrili dello scrittore texano. Fedele e parsimonioso nel rispettare la trama originaria (piccole aggiunte comprese), Coscarelli non ha avuto timore di riportare pari e pari i lunghi dialoghi infarciti di un vocabolario ma irresistibile. Basti infatti dire che ha un bubbone pieno di pus sul pene, e non perde secondo per ricordarlo a se stesso e allo spettatore, usando di volta in volta espressioni sempre più volgari e, nella sua amara realtà, divertenti. Allo stesso modo, anche i metodi usati dalla mummia per risucchiare le anime, sebbene non approfonditi come nel romanzo, seguono lo stesso procedimento per via rettale, senza apparente da pronta a mutilare il coraggio ostentato.

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L’ironia pervade l’intera pellicola, sia nella caratterizzazione dei personaggi ( è stanco, sessualmente frustrato e ossessionato dal suo pene; Jack è trascinante nella sua convinzione di essere il presidente Kennedy), sia nella scoppiettante rappresentazione visiva (la mummia veste come un cowboy), ma anche in alcune trovate talmente esilaranti per le quali la semplice risata quasi non rende giustizia (le imprecazioni offensive lanciate dalla mummia). È necessario però far presente quanto la componente comica sia controbilanciata da un’insospettabile quanto amara analisi della terza età, effettuata attraverso i numerosi approfondimenti psicologici di Elvis e Jack. Accompagnati infatti da una colonna sonora di rock sinfonico strabiliante, i molti momenti di riflessione interiore del Re offrono spunti di e occasioni di pura e semplice commozione, grazie anche all’intensità elargita dalla di un immenso Bruce Campbell (L’armata delle tenebre, My Name is Bruce, Il mistero del bosco, La Casa).

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Diventa difficile, a questo punto, disquisire di un cast che si regge totalmente sulla figura carismatica dell’indimenticabile Ash Williams. Ossie Davies è un’ottimo comprimario e una divertente spalla per siparietti comici, così come Heidi Marnhout è riuscitissima infermiera. Ma Bruce Campbell diventa a tutti gli effetti l’unico, vero Re che la pellicola possa offrire, l’alpha e l’omega di una storia cucita a sua misura, e che trascina giogioneggiando in ogni sua smorfia facciale.

Recensione: latelanera.com

By Anam

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