NAISSANCE DES PIEUVRES [SubITA]

Titolo originale: Naissance des pieuvres
Nazionalità: Francia
Anno: 2007
Genere: Drammatico, Sentimentale
Durata: 85 min.
Regia: Céline Sciamma

Marie, una ragazza di quindici anni, un giorno assiste per caso a uno di nuoto sincronizzato. I suoi occhi di adolescente improvvisamente si illuminano e in lei si forma una specie di ossessione per questa disciplina sportiva. Forse quello che rende così speciale il nuoto sincronizzato e i suoi allenamenti è Floriane, la prima nuotatrice. Del resto, nella solitudine delle loro stanze, le adolescenti di quindici anni non sono così sicure e belle come si crede, soprattutto quando sentono nascere dentro di sé sentimenti ed emozioni che tolgono il fiato e fanno battere il cuore troppo velocemente, assumendo i sintomi di strane malattie.

Presentato a Cannes 2007 nella sezione Un certain regard, esordio alla regia della trentenne francese Céline Sciamma, Naissance des pieuvres è un teen movie che accoppia due elementi basilari: la messinscena degli stereotipi del genere e la riflessione sugli stessi. Non a caso sfondo degli eventi è la piscina, luogo del erotico, ambiguo per sua narrativa, che porta sempre al disvelamento di sé stessi (in piscina ci si spoglia, si è nudi). D’altronde il nuoto suona come metafora dell’“imparare qualcosa” (a vivere, a fare sesso) e l’armonia del nuoto sincronizzato contrasta volutamente con la disarmonia delle tre ragazze, incapaci di muoversi insieme. Questo mondo adolescenziale, rigorosamente privo di adulti, risponde a regole proprie: ci sono gli sguardi e le chiacchierate, c’è la come momento di interazione. Marie coltiva segretamente un sentimento per Floriane, germogliato durante un’esibizione di nuoto (il colpo di fulmine): per assecondarlo trascura l’amica Anne, che a sua volta corteggia il ragazzo a cui piace Floriane. Dopo un’iniziale frequentazione segnata dall’interesse e dallo scambio reciproco, Marie/Floriane si avvicinano realmente, rovesciando il banco delle apparenze: Marie non è ingenua come sembra, Floriane non è così matura. Inizia dunque l’ambigua tra le ragazze. Elementi di contorno: le che girano, i comuni, la prima volta.

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Il francese medio (a basso budget, senza volti noti) conferma la peculiare sensibilità nel trattare il Tema Adolescenza [1]: Sciamma rimesta volutamente negli scenari tipici, senza affidarsi all’enunciazione (i dialoghi dei protagonisti) ma puntando proprio sulla rappresentazione. Evocando situazioni tipo, mettendole in pagina per l’ennesima volta, quasi sfacciate, automaticamente vi riflette sopra: una storia sull’adolescenza, ma soprattutto sui caratteri del film adolescenziale. In questo senso va letto anche l’alone saffico sparso a piene mani, programmatico in senso positivo, in quanto presuppone la profonda conoscenza del meccanismo. Il rapporto tra le ragazze è la calamita che attira più stereotipi, a gruppi di tre/quattro, in singole sequenze, ovvero i tre baci lesbici (interrotti o compiuti) che sono la punta del film: mascherati con la scusa dell’alito (il primo), smontati dal ritorno dell’attrazione etero (il secondo), bagnati dal rossetto che ricorda figurativamente il sangue del taglio del cordone ombelicale (il terzo).

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Infine, centrale è l’importanza dei corpi. Tre corpi diversi per conformazione, misure e colori: 1) Marie (una straordinaria Pauline Acquart), legnoso e poco sviluppato (“Bimba dalle tette piccole”, dice l’amica) 2) Anne (Louise Blanchère), robusto e in sovrappeso 3) Floriane (Adele Haenel), già sbocciato e affascinante. La lontananza rispecchia i caratteri delle ragazze, che difficilmente si incontrano e capiscono, intonando un coming of age incompiuto: corpi che consumano l’iniziazione sessuale ma non diventano adulti e restano ragazzi, circostanziati nel loro mondo di cui si fanno mezzi di esplorazione. Nella prima scena le gambe nell’acqua si muovono insieme come piovre, ha spiegato la regista; al contrario gli adolescenti sono i tentacoli dello stesso animale, incapaci di sincronizzarsi, non riconciliati, che si dibattono mentre si affacciano alla vita.

[1] Molti esempi negli ultimi anni, basti per tutti il bellissimo Stella di Sylvie Verheyde.

Recensione: spietati.it

 

By Anam

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