
Titolo originale: La Nuit des Traquées
Titolo internazionale: The Night of the Hunted
Paese di produzione: Francia
Anno: 1980
Durata: ca. 90 min
Genere: Horror, Psicologico, Erotico, Drammatico
Regia: Jean Rollin
Sinossi:
Una giovane donna, Elisabeth, fugge in stato confusionale da un misterioso istituto. Viene soccorsa da un uomo, Robert, che la porta con sé. Presto però si scopre che Elisabeth, insieme ad altri “pazienti”, è vittima di una sindrome degenerativa che cancella la memoria e conduce a una progressiva perdita di identità. L’istituto che li accoglie non è tanto un ospedale quanto un limbo claustrofobico, dove l’oblio diventa condanna irreversibile.
Con La Nuit des Traquées, Rollin si allontana dal gotico barocco dei suoi vampiri e abbraccia un minimalismo disperato, urbano, quasi clinico. Qui non ci sono castelli né cimiteri poetici, ma stanze bianche, corridoi deserti, finestre cieche: architetture che spogliano i corpi e li riducono a gusci senza storia.
Elisabeth (interpretata da Brigitte Lahaie, musa e icona dell’erotismo francese) è figura tragica: bellissima e fragile, ma progressivamente privata di ogni punto d’appoggio. La sua amnesia non è solo clinica, è metafisica: perdere la memoria significa perdere il legame con l’essere, dissolversi come se la vita non fosse mai stata.
Rollin intreccia il melodramma alla fantascienza distopica con una crudezza sorprendente. Gli spazi spogli ricordano certe derive di Alain Resnais (Je t’aime, je t’aime), ma qui il romanticismo si tinge di pornografia dell’anima: corpi nudi che si uniscono senza desiderio, più per disperata ricerca di calore che per passione.
L’orrore non esplode mai in mostri o massacri: è tutto psicologico, rarefatto, come una febbre che divora lentamente. Eppure, nel gelo clinico di questo oblio, Rollin conserva la sua vena lirica: un bacio sotto la pioggia, una carezza rubata in un letto spoglio, piccoli attimi di umanità che si infrangono subito contro il nulla.
La critica ha spesso accusato il film di lentezza e di scarsa coerenza narrativa, ma proprio in quella rarefazione sta la sua forza: The Night of the Hunted è un’esperienza ipnotica, più che un racconto, un requiem per identità evaporate.
