HALLUCINATIONS OF A DERANGED MIND (SubITA)

Titolo originale: Delírios de um Anormal
Nazionalità: Brasile
Anno: 1978
Genere: Horror, Psicologico, Sperimentale, Visionario
Durata: 81 min.
Regia: José Mojica Marins

In una clinica psichiatrica, un paziente ossessionato dalla figura di Zé do Caixão (Coffin Joe), il celebre personaggio creato e interpretato dallo stesso Marins, sostiene di aver vissuto esperienze dirette con lui e ne racconta le imprese a uno psichiatra scettico. Attraverso i suoi deliri, si ripercorrono episodi di film precedenti in un mix di flashback, allucinazioni e scene inedite, mentre la linea tra follia e realtà si dissolve in un’atmosfera allucinata e sovversiva.

Ci sono autori che scavano nella psiche umana con scalpelli raffinati, e poi c’è José Mojica Marins, che prende la mente, la lega a una sedia, le mostra uno specchio rotto e le urla in faccia: “Guardati.”
Delírios de um Anormal non è un film. È un esorcismo psichiatrico filmato, un’operazione a cuore aperto sulla coscienza sudamericana lacerata da tabù, religione, delirio e repressione.

Zé do Caixão (Coffin Joe), l’alter ego oscuro, mitico e immarcescibile di Marins, torna qui non tanto come personaggio, ma come entità infestante, che si impossessa della mente di un uomo – tale Dr. Hamilton – e ne fa il proprio campo di battaglia.
Ma chi è il vero malato? Il paziente che sogna l’incubo o il medico che lo osserva? Il film si svolge come un ciclo ipnotico di sedute psicanalitiche, dove il delirio prende forma visiva e teatrale. E il teatro, in Marins, è sempre quello della crudeltà.

Girato in piena dittatura militare brasiliana, Delírios de um Anormal è un manifesto anarchico mascherato da studio patologico.
Attraverso una struttura spezzata, flashback allucinati, sequenze oniriche e simbolismi da sabba tribale, Mojica interroga lo spettatore, lo provoca, lo costringe a non distogliere lo sguardo.
E se lo spettatore si sente sporco, infastidito, malato… è perché il film funziona.
Lo scopo non è piacere.
È risvegliare.

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Zé do Caixão rappresenta la voce del pensiero libero, la bestemmia necessaria in un mondo dominato da ipocrisia e paura. È un demone che diventa maestro. Un incubo che diventa guida spirituale.
E Mojica lo sa. Lo costruisce come un Cristo blasfemo, che non redime ma libera, che non salva ma svela.

La pellicola alterna momenti teatrali eccessivi, quasi grotteschi, a immagini simboliche potentissime: croci rovesciate, donne incatenate, bambini urlanti, fiumi di sangue e filosofia.
Ogni inquadratura è caricatura e rivelazione, ogni parola è anatema e poesia nera.

Il linguaggio è volutamente verboso, filosofico, teatrale: la logorrea è parte del rituale, perché in Mojica il dialogo è un’arma di tortura e di trasfigurazione.
Il montaggio sgraziato, le scenografie kitsch, gli effetti rudimentali – tutto concorre a creare una dimensione che non imita il reale, ma lo trasfigura in visione.

E alla fine, la domanda resta:
Chi è l’anormale?
Chi ha il delirio?
Chi guarda o chi è guardato?

José Mojica Marins non cerca risposte. Ti dà solo un dito dritto nell’anima e un ghigno dietro la barba. E mentre il suo Zé do Caixão ti sussurra all’orecchio teoremi sull’esistenza, tu ti accorgi che il vero delirio… è stato nascere in un mondo normale.

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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