JOHN FROM [SubITA]

Titolo originale: John From
Paese di produzione: Portogallo
Anno: 2015
Durata: 95 min.
Genere: Drammatico, Commedia
Regia: João Nicolau

Annoiata dall’ in città, l’esuberante quindicenne Rita decide d’invaghirsi del nuovo vicino, un fotografo che sta allestendo una mostra di suoi scatti in Melanesia. Quel che comincia come un si trasforma in una cotta pazzesca che fa perdere a Rita i confini tra realtà e fantasia…

Non meno fantasioso e non meno disposto a travasamenti dell’impossibile nel possibile di A Espada e a Rosa (2010), il secondo lungometraggio di João Nicolau risulta, forse, più “ordinato” perché circoscrive maggiormente il suo campo di trattazione che è quello sentimentale, ma da qui ad affermare che John From (2015) sia routine amorosa su pellicola c’è un di mezzo, più d’uno probabilmente, acque, oceani condensati in una pozza su un poggiolo qualunque di dove Rita, in procinto di diventare donna, vi posa i piedi, e appunto Rita: Nicolau ci fa entrare nella sua sfera adolescenziale con tutto il tatto e la delicatezza che il cinema portoghese ha dimostrato negli ultimi anni e utilizzando pochi ingredienti ne tratteggia la vivace personalità, il rapporto con i genitori e quello con i coetanei (bello e vivo il di con l’amica Sara). Prima che si metta in moto la macchina immaginifica del regista, il ritratto della ragazzina, seppur senza picchi, si mangia in un boccone i profili da teen-movie che popolano le innumerevoli opere del settore, tuttavia, nel momento in cui si accende l’interruttore, un’altra luce cade sulla storia, Nicolau è sempre parsimonioso, attento a non eccedere, le accelerazioni, mimetizzate nel cullante clima del film, quasi non si percepiscono (un micro-esempio: verso la fine il padre abbraccia Rita, in quell’ la spalla dell’uomo è a favore di camera e mostra un tatuaggio che sicuramente prima non c’era), eppure dall’infatuazione verso il vicino-fotografo, un amore senza malizia, lindo, puro come nelle fiabe (del resto l’afflato favolistico è una costante per la cerchia di autori lusitani che abbiamo imparato ad apprezzare), deriva per noi spettatori una piacevole voglia nell’essere sorpresi dall’artificio-cinema, anche (e per fortuna) con mezzi rustici, anche senza complicate piroette narrative, il velo di magia si distende placido, fa fiorire, ingemma, adorna la cotta di una quattordicenne o giù di lì trasformandola in un teatro della mente e del aperto e permeabile.
Uscito nello stesso anno della di Miguel Gomes (Inquieto / Desolato / Incantato), John From, che potrebbe tranquillamente essere un episodio della suddetta terna, è un documento di progressiva fusione del surreale nel reale. L’iniezione principale è data da una scia esotica che riguarda la Melanesia (regione dell’Oceania), l’infiltrazione di questa dimensione tribale nella Lisbona di Rita avviene attraverso una rimodulazione di ricerche su Google, nozioni e letture di fatti storici effettuate proprio dalla protagonista, non vi è alcuna certezza che il mondo così come ad un certo punto si delinea sia soltanto una proiezione di Rita (il finale sulla spiaggia potrebbe suggerirlo), però è un’eventualità che va presa in considerazione al pari dell’opposto. Sia quel che sia, è comunque molto appagante assistere alla graduale rarefazione del tessuto concreto, allo sfaldarsi dell’atmosfera urbana e alla susseguente riconversione in cristallina materia trasognante. L’evento di non ritorno è l’apparizione della nebbia durante la riunione di condominio (e attenzione ai vari dettagli disseminati prima), da lì in poi gli sversamenti da laggiù a quaggiù saranno tali da giungere ad un’ultima tappa di indistinguibile aggregazione. Con franchezza mi spingo a rimarcare che se esiste una strada per un cinema autoriale fatto di sceneggiatura, attorialità e via dicendo, il manipolo di registi capitanati da Gomes ha compreso quale sia e dove porta: in territori che sono l’esito di un lavoro creativo applicato al quotidiano, all’attualità, un ottimo modo per aiutarci a decifrare la complessità di ciò che ci circonda.

Guarda anche  THE LIGHTHOUSE [SubITA]

http://pensieriframmentati.blogspot.com/

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