THE MACHINE [SubITA]

Titolo originale: The machine
Nazionalità: UK
Anno: 2013
Genere: Fantascienza, Visionario
Durata: 92 min.
Regia: Caradog W. James

Curiosi del futuro, ancora di più all’idea di sentirci come dio, il recente Ex Machina di ci ha illuminato sui pericoli di creare senzienti. Ciò che però non è arrivato nelle italiane è la versione di Caradog W. James, The Machine per l’appunto. Primo lungometraggio del regista gallese e primo “film più vicino a Blade Runner di tanti altri girati dopo il 1982”.

In un cupo scenario dove la guerra incombe e le difese devono essere potenziate il britannico ha stipulato un progetto segreto col dottor Vincent (Toby Stephens): genio della cibernetica il cui fine è in realtà più imponente della costruzione di super soldati. Quando la sua assistente apre la strada a un’intuizione illuminante lo step successivo per realizzare una cosciente prende forma.

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The Machine è il tipo di fantascienza che non include smisurato stupore, eppure offre effetti speciali e tensioni drammatiche degne di nota. A nutrire l’immagine sono luci artificiali e penombre che mascherano inquietudini, l’acustica cinge il pathos e la storia si evolve graduale e sotterranea, fino al punto in cui e metallo si fondono.  

La  (Caity Lotz) mostra l’alba di un’altra “vita” che ci sorpassa, che indica la nostra parte nel “vecchio mondo” mentre il nuovo sboccia danzando sulla sinfonia di Benjamin Britten. Non ci si aspetti guizzi concettuali solenni, ma parecchi interrogativi sociologici esaltati da una Lei/Her che un corpo proprio. James percorre prima di tutto la strada delle smanie, delle ossessioni, della e dell’insensibilità umana, sollevando questioni biologiche e morali in bilico tra il progresso e la sua minaccia. L’eco di Ridley Scott non è indifferente, ma nel suo piccolo (budget e distribuzione) il regista ci affascina. C’è del buono da salvare in questi film apparentemente sporcati di altre pellicole, ci sono moniti agghiaccianti sull’abbattimento dei limiti etici, c’è uno di luci accattivante e poi un ottimo equilibrio tra i due ruoli (uomo e macchina).

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Recensione: lachiavediletturablog.blogspot.it

By Anam

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