Titolo originale: Things Will Be Different
Paese di produzione: USA
Anno: 2024
Durata: 102 min.
Genere: Thriller, Horror, Fantascienza
Regia: Michael Felker
I fratelli Joseph e Sidney si ritrovano in una tavola calda dopo una rocambolesca rapina. Per sfuggire alla polizia si rifugiano in una fattoria abbandonata dove un portale temporale li trasporta in un’altra dimensione. Una volta passato il pericolo, cercano di tornare al loro presente, ma una forza metafisica a cui devono obbedire ciecamente li separa e abbandona a loro stessi. Oltre a piegare le leggi dello spaziotempo, ciò che accade a Joe e Sid metterà a dura prova il loro legame fraterno. Un thriller fantascientifico pieno di plot twist, oscurità orrorifiche e suspense.
ll regista esordiente Michael Felker, con ‘Things will be different’ aggiunge un titolo indipendente alla serie dei grandi film sui viaggi nel tempo. Un thriller fantascientifico dal ritmo sostenuto e dalla storia labirintica.
Presentato al Trieste Science Fiction, Things will be different di Michael Felker parla di un viaggio nel tempo e nello spazio, ma parla soprattutto della relazione tra due fratelli che dovranno trovare la chiave giusta per tornare a quello che dovrebbe essere il loro mondo. Il punto che unisce i due mondi è una tavola calda legnosa illuminata da una luce calda che svanirà presto nel buio grigiastro di un cielo terso in una fattoria misteriosa. Sarà proprio questa fattoria il set principale del film, il limbo in cui si trovano intrappolati i due fratelli, criminali in fuga, prigionieri di un tempo che vede le lancette dell’orologio retrocesse.
Dopo il cult Ritorno al futuro, la romantizzazione del viaggio nel tempo in Question of time (2013), Un amore all’improvviso (2009) o l’incursione del viaggio nel tempo nella fantascienza in Arrival (2016), Interstellar (2014), Things will be different inserisce il viaggio nel tempo in un genere ibrido tra il thriller, l’horror, la fantascienza e il melodramma.
Due fratelli sotto attacco
Le due voci al telefono che si sentono mentre scorrono i titoli di testa sono quelle dei protagonisti, i due fratelli Joseph e Sidney, il cui rapporto viscerale è tra gli elementi più riusciti del film. Le interpretazioni dei due attori Adam David Thompson e Riley Thomson sono molto fisiche, diverse le scene di combattimento e la loro sintonia è tangibile. Oscure presenze si aggirano intorno a loro tra la nebbia, dovranno sempre guardarsi le spalle. Raramente il rapporto tra fratelli è così centrale in un film, un esempio recente è Parthenope di Sorrentino.
Things will be different è un bell’esempio di come un film riesca a caratterizzare i suoi personaggi non solo grazie al sostegno di una buona sceneggiatura, che è forse il punto dolente del film, ma attraverso l’uso del mezzo cinematografico a 360°, coinvolgendo nel processo ponderate scelte di regia e un montaggio a regola d’arte che dirige il ritmo coinvolgente del film.
Time isn’t kind to the displaced
Un puzzle da ricomporre
Lo spettatore si sente partecipe, è a lui che il regista chiede di mettere insieme i pezzi disseminati del suo prisma narrativo. La trama si svolge come all’interno di un percorso labirintico in cui gli sperduti fratelli troveranno prove da superare a ogni angolo. Il pericolo in cui purtroppo incappa è proprio quello di perdersi mancando una coesione credibile. A questa lacuna nella sceneggiatura compensa l’apparato tecnico del film. Sulle spalle del montaggio c’è il compito di rendere fluido l’attraversamento dei portali temporali ed è un processo che fa in maniera sorprendente. Come in A Quiet place, il suono da solo riesce a creare tensione grazie a un uso ridotto della musica extradiegetica e a un enfasi dei piccoli impercettibili rumori del bosco o della fattoria dove si ambienta la maggior parte del film.
La fattoria, che si intravede anche nei quadri della tavola calda dell’inizio, è questo luogo di transito tra due epoche che è a metà strada tra la realtà e l’immaginazione, perso tra le sconfinate pianure di un America solo accennata.
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