THE SECRET OF KELLS [SubITA]

Titolo originale: The Secret of Kells
Nazionalità: Francia, Belgio, Irlanda
Anno: 2009
Genere: Animazione, Esoterico
Durata: 75 min.
Regia: Tomm Moore, Nora Twomey

Lo stesso giorno che ho visto Leafie, mi sono goduta la visione di The Secret of Kells, una piccola perla purtroppo sconosciuta ai più. Ci sono giorni in cui devi farti un’overdose di bellezza, a costo di bruciare qualche neurone. Perché da fan dell’animazione (in qualsiasi incarnazione, anime, film, serie televisiva, giapponese, americana, europea, coreana ecc. ecc.) sarà poi tuo compito diffondere la conoscenza dei capolavori ignorati dal grande pubblico.

La trama. La storia è ambientata nell’ottavo o nono secolo dopo Cristo, in Irlanda. Brendan è un ragazzino di dodici anni che, dopo la morte dei suoi genitori, vive assieme allo zio Abbot Cellach, priore dell’abbazia di Kells. Cellach è un uomo rigido, il cui scopo principale nella vita è erigere un enorme muro attorno all’abbazia, per proteggerla dall’imminente dei vichinghi. Il priore è severo nei confronti di Brendan, che vede come suo possibile erede.

Ma Brendan non ha alcun desiderio di seguire le orme dello zio, che pure rispetta. La sua vita ruota attorno al lavoro degli amanuensi, i monaci incaricati di copiare e conservare i pochi libri allora in circolazione, e dei miniaturisti, coloro che illustravano le pagine dei libri. Il lavoro del miniaturista richiedeva grande abilità e precisione, e dava vita ad opere d’arte immortali.

“Ho vissuto per molte ere. Ho visto la sofferenza nell’oscurità.
Eppure ho visto la bellezza prosperare nei posti più fragili. Ho visto il
libro. Il che trasforma l’oscurità in luce.”

I giorni pacifici di Brendan fra la costruzione delle mura e l’osservazione del lavoro dei miniaturisti, vengono improvvisamente interrotti dall’arrivo di Aidan di Iona, un anziano monaco in fuga dalla sua patria distrutta. Egli è il custode e il curatore del di Iona, un libro di preghiere riccamente illustrato ma incompleto, che si mormora essere talmente bello da purificare l’anima di chi lo guarda.

Aidan è però troppo anziano per disegnare le pagine mancanti del libro, e decide quindi di prendere Brendan come suo discepolo. Tramite lui, Brendan scoprirà la bellezza dei colori e dell’arte, e la sua strada nel mondo.
Il ragazzo rimane talmente coinvolto nel suo lavoro da decidere di uscire dalle mura dell’abbazia per la prima volta nella sua vita, alla ricerca di bacche (usate per produrre il colore) nella foresta. Qui incontrerà Aisling, una ragazzina albina dotata di misteriosi che vive nella foresta. Dopo l’iniziale diffidenza, Aisling stringerà amicizia con Brendan, e gli mostrerà il mondo oltre le mura…
Il di Kells. Nel film inizialmente è noto come Libro di Iona, ma il libro esiste davvero ed è considerato il nazionale d’Irlanda più bello e conosciuto. Creato all’incirca nell’ottocento d.C. da un monaco celtico, il di Kells (conosciuto anche come Evangeliario di San Columba) è considerato il capolavoro dell’arte insulare per l’eccellente realizzazione tecnica e la bellezza delle miniature. Nel libro l’iconografia classica cristiana è mescolata con elementi presi in prestito dall’arte insulare e dalla tradizione irlandese, divenendo così il punto di fusione fra due culture e modi di essere.

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Per saperne di più sul libro, vi rimandiamo qui alla pagina ufficiale su wikipedia. Il manoscritto è stato conservato per molti secoli nell’abbazia di Kells, da cui ha preso il nome, e di cui ancora oggi si possono visitare le rovine.

Aisling, la bambina albina che Brendan incontra nel bosco, può cambiare forma ed è dotata di insoliti magici. La foresta è la sua e gli animali, con cui ha uno strano feeling, obbediscono al suo volere. Questo perché Aisling rappresenta l’Irlanda primigenia, libera dalla dominazione dei vichinghi, un paese giovane e non corrotto dalla civiltà (lei infatti diffida dei monaci, ed entrerà nell’abbazia solo per il bene di Brendan a cui si è affezionata). Aisling invecchia improvvisamente quando tocca un oggetto artificiale creato dalle mani dell’uomo, poiché lei è uno spirito della natura incompatibile con gli esseri umani. Eppure, nonostante i suoi poteri, ella non può far nulla per fermare l’avanzata vichinga nella foresta (o quella dei monaci e delle loro mura), in quanto l’Irlanda stessa è un paese sull’orlo del cambiamento e non congelato in un tempo immutabile. Il suo personaggio infatti simboleggia la convivenza (ancora attuale) di elementi cristiani e pagani nella cultura irlandese.

L’Aisling è anche un tipo di poema celtico in cui lo spirito d’Irlanda è raffigurato con sembianze femminili.

Indimenticabile rimane la canzone che Aisling canta nel film per dare istruzioni a Pangur Ban, il gatto bianco:

“You must go where I can not / Pangur Ban Pangur Ban /
Nil sa saol ceo / Is ni bheimid beo /
Ach seal beag gearr”

Le parti in gaelico si possono tradurre all’incirca così:

“There is nothing in this life but mist,
And we are not alive,
but for a little short spell.”

Curiosità: come ogni cosa nel film, anche il nome del gatto è un omaggio alla cultura irlandese. Pangur Ban è infatti il titolo di un poema irlandese scritto da un monaco per il suo (ma va’!) gatto bianco :3.

Le animazioni. Punto di forza del film, le animazioni riprendono il tema del libro di Kells, e ogni scena sembra la pagina illustrata di un libro, in perenne movimento. Realizzato interamente a mano e in flash, il film è un tripudio di colori e dettagli che fioriscono sullo schermo, tratti direttamente dalle pagine del libro di Kells, da cui sono ripresi molti temi, motivi e decorazioni. Vale la pena guardarselo su uno schermo adatto a riprodurre la magnificenza del film, per non perdersi nessun particolare (attenti alla mascella!). Ultimamente si fa un gran parlare dei capelli dell’eroina di The Brave, realizzati uno per uno in cg ma credetemi: Kells non ha nulla da invidiare alle grandi produzioni Pixar e Disney.
Altra curiosità: ogni personaggio è disegnato in modo da “ricordare” un oggetto usato per creare le miniature dei libri, come pennelli o simili. Tutti tranne l’abate, che è un “pilastro” a tutti gli effetti.

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E non dimentichiamo la colonna sonora creata da Bruno Coulais: Coraline vi dice mica niente? 😛
Conclusioni. La storia del film può a prima vista apparire banale o scontata, in quanto molte cose sono sottintese o raccontate ad un pubblico che si presuppone sia irlandese e conosca la cultura del paese. In questo consiste il difetto più grave del film, e probabilmente è il motivo per cui non ha vinto l’oscar per il miglior film d’animazione nel 2010, assegnato invece ad UP della Pixar. Proprio per questo abbiamo voluto scrivere un articolo di approfondimento che spiegasse i vari sottotemi del film, da integrare alla visione dello stesso.

Forse proprio a causa del motivo sopracitato The Secret of Kells non è mai arrivato in Italia: da ben due anni aspettiamo che qualcuno ne acquisisca i diritti, ma ormai ci sono poche speranze. Rallegratevi però: questo significa che possiamo spammarvi senza remore i link per il download, che trovate qua sotto (compresi i sottotitoli in italiano).
The Secret of Kells non è un film di facile definizione, in quanto sotto le superbe animazioni va a sfiorare quella che è l’essenza di un popolo intero. È un film semplice, per bambini, eppure inaspettatamente adulto e persino crudele in alcuni passaggi.

L’abate innalza mura per proteggersi dal pericolo (concreto) dell’ dei vichinghi, a costo di tralasciare e dimenticare ciò che quelle mura dovrebbero proteggere, il popolo d’Irlanda e il libro, simbolo della loro cultura. Per questo entrerà in contrasto con Brendan e sopratutto con Aidan, il quale vede il libro come l’opera magna della sua vita, il simbolo di una civiltà e un messaggio per le future generazioni che sopravviverà alle loro brevi vite.
Un altro contrasto importantissimo è quello già citato fra la civiltà, rappresentata dall’abbazia di Kells, e la natura incarnata da Aisling. Una natura all’apparenza oscura e minacciosa, ma che cela in realtà una commovente bellezza.

Il libro di Kells, nel film, è un oggetto in grado di purificare lo spirito di chi ammira le sue pagine, non in virtù di un qualche miracolo (anzi, ci terrei a precisarlo, sebbene ambientato in parte in un monastero, il film non contiene messaggi religiosi di alcun genere) ma per la bellezza ritratta nelle sue pagine che è, a conti fatti, quella dell’Irlanda stessa.

Recensione: ditadinchiostro.blogspot.it

By Anam

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