THE GREEN ELEPHANT [SubITA]

Titolo originale: Zelyonyy slonik
Paese di produzione: Russia
Anno: 1999
Durata: 90 min.
Genere: Horror, Thriller
Regia:

“The Green Elephant” entra di diritto nella top ten dei film più malati di sempre: è terribilmente disturbante ma è anche un’opera messa in scena con intelligenza e realizzata con acutezza, nonostante sia di base grezza e amatoriale.

Ci troviamo dentro una cella di un sudicio militare russo, qui due uomini ancora in divisa sono rinchiusi per qualche non identificata malattia mentale. Le inquadrature sono realizzate con la camera a mano, c’è poca luce e la qualità della pellicola è medio-bassa, ma lentamente iniziamo a essere colpiti dai dialoghi deliranti di uno dei due protagonisti, frasi che tirano in ballo la merda, il sesso e altri argomenti legati alla perversione, mentre di riflesso assistiamo all’altro militare che con atteggiamento omofobo ripudia tutto questo, cominciando a malmenare il suo compagno di cella e invitandolo più volte al silenzio.

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L’atmosfera all’interno di quella è lercia, le incrostazioni del water pieno di escrementi sembrano uscire fuori dallo schermo, il ritmo narrativo è gestito così bene che non ci sono cali di tensione e ci sembra davvero di essere lì dentro, a tu per tu con quei due malati di mente. La svolta del film giunge all’improvviso con una scena di tra le più disgustose mai viste, qualcosa di maledettamente disturbante e lurido da lasciare letteralmente basiti: all’atto della defecazione (allucinante) segue una drastica e istintiva, con l’altro militare costretto dalla disperazione a urlare contro il suo compagno cosparso di escrementi (in una sequenza di almeno dieci minuti a dir poco raggelante per i nostri occhi).

Il merito di “The Green Elephant” (il titolo prende spunto da una canzone citata durante la pellicola) è quello di sapersi evolvere passo dopo passo, un crescendo di e marciume che esplode nel tripudio gore conclusivo e in alcune scene di sesso assolutamente perverse: per questo motivo deve aver fatto un con il diavolo per realizzare un tale monumento dell’estremo. Il tema della violenza (tra militari, non è un caso) e dell’omosessualità è inoltre una profonda riflessione sulla Russia dello scorso secolo (uscita da poco dalla in Cecenia) e sulle sue discrepanze socio-culturali spesso messe in scena da altri registi contemporanei provenienti dall’ex Unione Sovietica.
“The Green Elephant” è degrado allo puro, un film putrido alimentato da un approccio realistico che non solo ci fa annusare, ma anche toccare con il corpo e con l’anima tutto quello che succede tra quelle quattro mura. Un’immersione nella melma (dis)umana più maleodorante, oltre i limiti del disagio.

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cinemaestremo.wordpress.com

By Anam

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