SUNTAN (SubITA)

Titolo originale: Suntan
Nazionalità: Grecia
Anno: 2016
Genere: Commedia, Drammatico, Erotico, Sentimentale
Durata: 104 min.
Regia: Argyris Papadimitropoulos

Un medico quarantenne sviluppa un’ per una ventenne scatenata che gli capita in ambulatorio e che non perde occasione di stuzzicarlo.

In linea di massima i film raccontano sempre le medesime storie, in fogge diverse, con protagonisti diversi e con linguaggi differenti ma sono sempre le stesse. Quando però si ha la di imbattersi in una di queste storie narrata da qualcuno che condivide evidentemente le paure del protagonista, che guarda a quel che accade con autentica partecipazione, come se indagasse un demone dentro di sé, invece che quello dentro uno sconosciuto, la differenza si sente.
Nonostante sia ben oltre i 40 anni Kostis è un medico di scarsa fama, inviato sull’isola greca di Antipartos a sostituire il precedente dottore. Ora è lui l’unico medico del luogo. L’inverno è lungo e triste ma l’estate è piena di in calore, spiagge nudiste e tentazioni. Quella che travolge in pieno Kostis sarà un vortice che lo condurrà sempre più in basso.

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Il ruolo istituzionale da tenere (l’unico medico dell’isola, figura affidabile che necessita di prontezza e presenza), le difficoltà di una evidentemente mogia, l’insoddisfazione e l’improvviso avvistamento di una sentimentale per non dire proprio sessuale, sono tutti elementi che Suntan (significa: abbronzatura) calibra a dovere per essere portarli allo scontro dentro Kostis.
In ballo non ci sono tanto i sentimenti (presi a calci) quanto la di un uomo, il suo lavoro, l’integrità di una vita che già, per sua ammissione, non è mai decollata davvero. Come in L’Angelo Azzurro di Von Sternberg, il dolore può confinare con il ridicolo in un attimo e non abbandonare più la sua vittima, portandolo in breve ad una forma di che non ha niente a che vedere con la demenza e tutto a che vedere con la sofferenza.

Molto del merito della riuscita dell’equazione del film va a Makis Papadimitriou, che interpreta il protagonista, capace di spaziare tra gli estremi della mestizia e della violenza, dell’innocenza e della brutalità, senza irreali passaggi bruschi ma con le sfumature necessarie alla creazione di un percorso credibile (lo stesso non si può dire di Elli Tringou, la spalla femminile). Solo lui con quel fisico, quei capelli e quel portamento riesce a rendere concreta la terrificante di un che cede a tentazioni comuni a molti altri, se non proprio ad annunciare cosa accadrà, prima ancora che la trama lo affermi.

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Una che poteva diventare una commedia, poteva essere un film struggente o uno dell’orrore, nelle mani di Papadimitropoulos e Papadimitriou (cognomi simili ma nessuna relazione) è un viaggio personalissimo arricchito da una partecipazione che non può non contagiare anche il pubblico.

Recensione: badtaste.it

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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