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Titolo originale: Rita
Paese di produzione: Guatemala
Anno: 2024
Durata: 107 min
Genere: Fantastico, Horror
Regia: Jayro Bustamante
Rita, una ragazzina di 13 anni, fugge dal padre violento verso una grande città. Trova conforto finché non viene messa in un rifugio gestito dallo Stato.
Film evocativo, ricco di suggestioni e atmosfere cupe.
Come in La Llorona, Jayro Bustamante, attraverso il folklore e la fantasia, parla della tragica situazione in Guatemala. Il film è narrato dal punto di vista di Rita, la giovane protagonista vittima, insieme alla sorellina, di abusi da parte del padre, per cui decide di scappare di casa, finendo però in ospedale e quindi in orfanotrofio. La struttura sarà un incubo e un vero inferno.
È bello e affascinante vedere come le ragazze dell’orfanotrofio si raggruppano in gruppi con elementi fantastici, ci sono angeli, fate, stelle, tutte sognano la libertà, di poter scappare; anche all’interno dell’orfanotrofio le ragazze subiscono violenze e abusi. Ci sono molti momenti evocativi, Bustamante crea immagini molto buone con una bella fotografia, ci sono scene atmosferiche anche di giorno, un aspetto non banale e chiaramente anche di notte.
C’è cura nella costruzione degli scenari, il bianco forte e luminoso delle scene diurne instilla una dimensione soprannaturale che si alterna con le cupe atmosfere notturne. La sequenza in cui Rita si dirige nella foresta verso l’accampamento delle Stelle è bella ed evocativa, sembravano le Parche della mitologia greca. Bustamante punteggia bene la tensione attraverso bei movimenti di macchina, camera a mano e sequenze in piano sequenza. Anche bello è il modo in cui Rita si legherà gradualmente alle altre angeli.
Un film tragico, Rita racconta la storia come se fosse una fantasia perché la crudeltà umana non può essere davvero così malvagia, ma purtroppo lo è, la realtà è oscura, drammatica e ingiusta.
Se già nel bellissimo La Llorona dello stesso regista, l’elemento folcloristico irrompeva nella realtà per fare giustizia a una realtà ingiusta e corrotta, quella della dittatura guatemalteca, in Rita, gli angeli, le ragazze sono lì ad attendere e ad aspettare giustizia.
L’ambientazione dell’orfanotrofio imprigiona le ragazze, la realtà non dà speranza, la società è logora e spietata.
Bello, Bustamante riesce a parlare della tragica realtà del Guatemala attraverso la fantasia e l’orrore, così l’inizio inquadrato dall’alto, à la Shining, con la voce fuori campo di Rita è contestualizzato con la fine, dove gli angeli diventano angeli o se vogliono fantasmi pronti ad attendere giustizia, così la ripresa dall’alto riflette il punto di vista di Rita che inizia la tragica fiaba.