Titolo originale: Nefarious
Paese di produzione: USA
Anno: 2023
Durata: 97 min.
Genere: Horror, Thriller
Regia: Chuck Konzelman, Cary Solomon
Nel giorno in cui è programmata la sua esecuzione, un serial killer riceve una valutazione psichiatrica durante la quale afferma di essere un demone e si dichiara convinto che, prima dello scadere della loro sessione, lo psichiatra commetterà tre omicidi.
Oh finalmente! Un horror psicologico che esce dal solito recinto e ci turba con una “lettura” della realtà contemporanea molto inquietante e diversa dalla retorica a cui siamo abituati. Prologo: uno psichiatra si uccide. Viene sostituito da un giovane che ha l’improbo compito di stabilire se un condannato a morte è sano di mente o no, il che deciderà la sua sorte. Quasi l’intero film si svolge al tavolo di valutazione, e consiste in un fitto dialogo tra i due. Quindi chi non ama i film intellettuali stia alla larga. Attore protagonista da oscar! Parte finale crudissima e pesante da reggere.
Il condannato dice di essere posseduto e fornisce prove schiaccianti. Il demone ha parassitato il condannato e gode della sua sofferenza. La sua interpretazione dei nostri valori è un pugno in faccia alle nostre credenze, inserite in un contesto metafisico in cui il male è lo strumento usato dai demoni per offendere Dio mediante la sua creatura più amata, l’uomo. Comprendiamo quindi che noi siamo sempre più votati al male senza volerlo e saperlo, che le nostre conquiste sociali non sono altro che il trionfo di Satana e altre cose potenti e in parte disturbanti.
Film che (a differenza delle produzioni mainstream tipo Netflix/Disney ecc) ti fa capire che puoi scegliere liberamente di aderire al male (secondo questa prospettiva), o altrettanto liberamente rifiutarlo. Peccato per il finale che mostra la fatica di chi ha tenuto altissima la tensione e ha già liberato il meglio subito prima. In ogni caso è proprio aria fresca rispetto ai soliti discorsi buonisti e alle stucchevoli retoriche a cui il mainstream ci ha abituati. Da vedere senza dubbio, ma non per chi detesta i film fondati quasi interamente su un dialogo.
Claudio Marucchi
