MEMORY HOUSE [SubITA]

Titolo originale: de Antiguidades
Paese di produzione: Brasile
Anno: 2020
Durata: 87 min.
Genere: Drammatico
Regia: João Paulo Miranda Maria

Un uomo di colore si trasferisce nelle aree più ricche del Brasile dove è costretto a entrare in contatto con le frange più xenofobe e conservatrici del Paese.

Il primo lungometraggio di João Paulo Miranda Maria mescola e presente, e fantasia, per un’ipnotica immersione simbolica e politica nell’inconscio collettivo brasiliano.

Al microfono di un’asta di bestiame nello stato di Goiás, lo speaker loda la “caratterizzazione razziale impeccabile”, il “biotipo molto produttivo”, il “bagaglio genetico” (ereditato dai suoi genitori Credit e Traveller) di uno spettacolare toro Jatoba venduto per 16.000 euro. È nel cuore di un Brasile a due velocità economiche (e razziali) nettamente separate e due universi psichici sovrapposti che João Paulo Miranda Maria sviluppa l’ambizioso e strano Memory House [+], il suo primo lungometraggio, etichettato dalla Selezione ufficiale del Festival di Cannes, per il programma Discovery del Festival di Toronto e proiettato nel concorso New Directors del 68°
Originario del Nordest, Cristovam (Antonio Pitanga) lavora da più di venti anni nell’azienda casearia Kainz (“siamo venuti dall’ per portare innovazione, per portare una nuova prospettiva a questo nuovo paese”) che si è trasferita al Sud e che sostiene il movimento separatista (“non possiamo più continuare a la regione che paga più tasse e riceve meno in cambio… Continuare a ricevere ordini dai pigri del Nord… Il referendum è il nostro scudo contro il sottosviluppo del resto del Brasile”). Al suo livello molto umile, Cristovam, che vive da solo con il suo cane in mezzo alla natura, lontano dal villaggio, accetta silenziosamente i sacrifici che la economica richiede. Ma una boccata d’aria nuova perfora segretamente il suo guscio e lo proietta tra due mondi, in una zona fantasmagorica dove si incarnano animali selvaggi, dove e spiriti antichi si impossessano della sua anima, dove le lance si contrappongono ai fucili…

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Visioni allucinatorie, cambi di prospettiva, ululati bestiali, una maschera di e un cadavere: a partire da una abbandonata, João Paulo Miranda Maria (che ha anche scritto la sceneggiatura) mette in relazione varie dimensioni e apre la finestra del presente agli spiriti ancestrali del suo paese. Giaguari, tori dagli occhi infuocati, foreste nebbiose, un intero universo parallelo raggiunge il microcosmo della fabbrica, il bar del quartiere, i bambini violenti, il razzismo ambientale, la miseria sociale… Una specie di inno e richiamo alle radici del popolo brasiliano, agli occulti rituali sacrificali e purificatori del candomblé, che il cineasta intreccia con un senso della stranezza altamente sviluppato, mantenendo alta la curiosità e offrendo allo spettatore diverse chiavi di interpretazione, al di là di un messaggio perfettamente chiaro:

“è ora… ha pregato e pregato ancora perché il mondo cambi”.

cineuropa.org

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