
Titolo originale: Heavy Traffic
Paese di produzione: USA
Anno: 1973
Durata: 76 min.
Genere: Animazione, Commedia, Drammatico
Regia: Ralph Bakshi
Heavy Traffic è un film d’animazione per adulti in live action del 1973 scritto e diretto da Ralph Bakshi. Il film, che inizia, finisce e occasionalmente si combina con il live-action, esplora le fantasie spesso surreali di un giovane fumettista di New York di nome Michael Corleone, usando l’immaginario del flipper come metafora della vita nei quartieri poveri. Heavy Traffic era il seguito di Bakshi e del produttore Steve Krantz del film Fritz the Cat. Anche se il produttore Krantz fece vari tentativi di produrre un film classificato R, Heavy Traffic ricevette una classificazione X dalla MPAA. Il film ha ricevuto recensioni ampiamente positive ed è ampiamente considerato il più grande successo di critica di Bakshi. (wikipedia)
HEAVY TRAFFIC – IL TAROCCO DELLA CADUTA
“L’umanità si dibatte tra il fango e la carne, tra il sesso e la violenza, tra la morte e l’illusione. E il trucco è accorgersi che tutto questo è solo un gioco da strada.”
Ci sono film che raccontano una storia. E poi ci sono film come Heavy Traffic (1973) di Ralph Bakshi, che invece rivelano un segreto. Non è solo animazione. Non è solo una delirante odissea urbana. È un tarocco, una lettura esoterica della decomposizione dell’America.
IL CANTICO DELLA METROPOLI MARCIA
Michael Corleone (e già il nome è un marchio di destino) è un giovane fumettista che osserva la città come un dio impotente, intrappolato tra la sporcizia e la follia che lo circonda. Figlio di un mafioso italiano e di una madre ebrea, è la sintesi perfetta del crocevia culturale da cui proviene. Ma il suo mondo è fatto di cadaveri ambulanti: gangster senza onore, prostitute esauste, poliziotti degenerati, drogati in dissoluzione. Non c’è bellezza, solo uno zoo umano in cui l’unica legge è quella del più violento.
Ed è proprio qui che Bakshi svela il trucco: Heavy Traffic è un viaggio iniziatico travestito da fumetto underground, un percorso alchemico che parte dal piombo della degradazione per cercare disperatamente l’oro della coscienza.
LA RUOTA DEL KARMA
Il film è un carosello infernale, un’animazione sporca, distorta, volutamente caotica, che oscilla tra il realismo brutale e l’astrazione onirica. Bakshi usa la tecnica mista – scene live-action si fondono con sequenze animate – per ricordarci che il confine tra realtà e incubo è inesistente.
Tutto ruota attorno a Michael e alla sua ossessione per Carole, una prostituta nera con cui cerca di fuggire dall’inferno urbano. Ma non esiste via di scampo. Le strade non hanno uscita, il destino è una roulette truccata, e ogni tentativo di elevarsi viene risucchiato dalla palude della violenza e del tradimento.
IL TAROCCO DELLA TORRE
Bakshi non racconta solo la New York degli anni ’70, ma l’intero disegno di un’umanità al collasso. Heavy Traffic è il Tarocco della Torre: la società è un grattacielo in fiamme, la civiltà si sgretola, gli uomini cadono uno dopo l’altro nel vuoto.
Non ci sono eroi, non ci sono moralismi, solo la crudele consapevolezza che il sogno americano è una bugia sudicia, un cabaret di anime disperate. E allora il film non è altro che la profezia di un crollo annunciato, un testamento nichilista che anticipa l’ascesa della cultura del fast food, la mercificazione totale dell’arte, la trasformazione della vita in una ripetizione infinita di errori.
Come Un giorno di fuoco di Henry Miller, come Crash di J.G. Ballard, Heavy Traffic è una visione estrema che pochi riescono a sostenere. È pornografia spirituale. È una mappa dell’inferno, ma senza Virgilio a fare da guida.
Alla fine, Michael continua a disegnare, ma non è più chiaro se stia raccontando la sua storia o se sia la storia a raccontare lui.
Il mondo gira. La moneta è lanciata.
Croce.
Anam