
Titolo originale: Fascination
Paese di produzione: Francia
Anno: 1979
Durata: 80 min.
Genere: Horror
Regia: Jean Rollin
Un criminale fa irruzione in un castello, prendendo in ostaggio le sue due cameriere. Al calar della notte, arriva un gruppo di misteriose donne aristocratiche e il criminale inizia a rendersi conto che loro nascondono un segreto.
“Fascination” rappresenta uno degli ultimi film del periodo più fruttuoso e ispirato di Jean Rollin, un’opera uscita nel 1979 dopo una serie di pellicole dalle alterne fortune (ricordiamo alcuni dei suoi titoli più importanti, come “Violenza Ad Una Vergine Nella Terra Dei Morti Viventi” del 1971, il memorabile “La Rosa Di Ferro” del 1973 e ancora “Lèvres De Sang” del 1975). Costretto a girare anche film pornografici per realizzare i suoi progetti, il regista francese con “Fascination” torna ancora una volta sulle tematiche che lo resero famoso: donne ammalianti, vampirismo (qui trattato con altre modalità), sangue e quel contorno suggestivo fatto di immagini oniriche e soffuse impregnate di un elemento erotico costante.
La storia si svolge nel 1905: un ladro, braccato da un gruppo di malviventi con cui aveva avuto una disputa, è costretto a rifugiarsi in un castello nel quale vivono due donne rimaste momentaneamente da sole, Eva (Brigitte Lahaie) ed Elizabeth (Franca Mai). Il rapporto tra le due è saffico e il loro atteggiamento nei confronti dell’uomo è ambiguo, seducente e provocante, nell’attesa che giungano sul posto alcuni misteriosi ospiti notturni con i quali facciamo conoscenza nella parte conclusiva dell’opera.
Nonostante la solita lentezza narrativa, “Fascination” si esaurisce in maniera (quasi) indolore dopo ottanta minuti, lasciando in noi quella magia tipica del cinema di Rollin, costruito soprattutto attorno a immagini accattivanti, tra cui è impossibile dimenticare la scena del mattatoio (con il sangue di bue da bere per combattere l’anemia) oppure la sequenza di Brigitte Lahaie con la falce sul ponte (un connubio tra femminilità e morte dall’alto spessore iconografico). Un mood ricco di fascino che si eleva ben al di sopra di molte altre caratteristiche del film, purtroppo non del tutto curato sia nella recitazione che nella sceneggiatura, poco incline a stravolgimenti importanti e non sempre capace di tenerci incollati allo schermo. Qualche spruzzata di sangue e un finale risolutivo chiudono in modo più che dignitoso “Fascination”, una pellicola che ribadisce la devozione di Jean Rollin per un certo tipo di tematiche gotiche e morbose. “L’amore del sangue può essere maggiore del corpo in cui scorre”. Così è, se vi piace.
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