Titolo originale: Chompy & the Girls
Paese di produzione: USA
Anno: 2021
Durata: 89 min.
Genere: Commedia, Horror, Visionario
Regia: Skye Braband
Una donna problematica incontra suo padre per la prima volta e il loro incontro passa da imbarazzante ad allarmante quando vedono un uomo ingoiare una bambina intera.
Jackson, una giovane tossicodipendente (interpretata da Christy St. John, vista in The Amityville Terror del 2016 e We Got a Monkey’s Paw del 2018), sta avendo una giornata terribile. Cerca supporto, ma il suo amico – che, per coincidenza, è anche il suo spacciatore – Lótus (Hari Williams, di Disaster Wars: Earthquake vs. Tsunami, 2013) non risponde al telefono, e sua madre la ignora completamente. Disperata, invia un messaggio a Sam (Steve Marvel, di Troubled Waters, 2008, e Hollywood Dirt, 2017), un uomo di mezza età che, grazie a questo messaggio, scopre di essere il padre di Jackson.
Anche Sam sta vivendo una pessima giornata. Il suo matrimonio è in crisi, sua moglie lo ignora costantemente, e il povero “uomo di famiglia” tenta di dare una svolta alla sua vita comprando degli stivali da cowboy in pelle di serpente a sonagli. Quando riceve il messaggio di Jackson, coglie al volo l’occasione per uscire di casa e distrarsi. Dire che il loro incontro è strano sarebbe un eufemismo, ma le cose diventano ancora più bizzarre quando, nel bel mezzo di una crisi familiare, entrambi assistono a un uomo (Reggie Koffman, di It Caught on in a Flash, 2015, Fall Out, 2017, e Disrupted, 2020) che allarga la propria bocca in modo assurdo per inghiottire completamente una bambina di dieci anni, Birch (Seneca Paliotta, di Let Us In, 2021).
Il regista e sceneggiatore Skye Braband ha sicuramente scelto un’idea unica per il suo primo lungometraggio. Da qui, tutto diventa ancora più surreale quando Chompy, doppiato dal leggendario Udo Kier, entra in scena inseguendo questa improbabile coppia padre-figlia. Questo dà il via a un’avventura che include feste in casa, amici strafatti, tetti, un viaggio interdimensionale all’interno della bocca di Chompy, parassiti alieni travestiti da bambine e molto altro, rivelando gradualmente il mistero dietro Chompy e le ragazzine.
In apparenza, Chompy & The Girls potrebbe sembrare una semplice commedia horror, e in gran parte lo è. Tuttavia, il film affronta anche temi come le relazioni, la salute mentale e l’inganno delle apparenze. Fortunatamente, la trama non si prende mai troppo sul serio, riuscendo a trasmettere i suoi messaggi con leggerezza. D’altronde, con un intreccio così assurdo, è difficile immaginare un approccio diverso.
Per lavorare a un progetto a basso budget, Skye Braband ha dovuto affidarsi a una combinazione di ingegnosità ed effetti ben calibrati per girare alcune delle scene di Chompy & The Girls. Ha scelto di utilizzare angolazioni di ripresa, inquadrature lunghe e, quando necessario, di oscurare la visuale, evitando di ricorrere a CGI scadente o effetti meccanici che avrebbero potuto rovinare l’illusione del film.
Ma è la storia a rendere Chompy & The Girls quello che è. Un’idea centrale originale, che non viene mai trattata come un semplice espediente. Chompy, la sua bocca, la sua missione e il mistero dietro le varie copie di Birch sono perfettamente intrecciati nella narrazione. Lo stesso vale per i personaggi umani: ben sviluppati, con archi narrativi coerenti e azioni che, nella maggior parte dei casi, risultano sensate. E, forse, l’aspetto più insolito di questo film è che si tratta di una commedia horror in cui le risate non derivano da scene splatter o battute volgari.
Con Chompy & The Girls, Skye Braband ha lasciato il segno nel cinema indipendente. È riuscito a realizzare un film capace di rendere credibile un concetto oltraggioso senza diventare eccessivamente stravagante, offrendo momenti di autentico divertimento e riflessione, oltre a ottenere ottime interpretazioni dal cast.