Titolo originale: Soylent Green
Nazionalità: USA
Anno: 1973
Genere: Drammatico, Fantascienza, Thriller
Durata: 97 min.
Regia: Richard Fleischer
New York, 2022: In un futuro post-apocalittico, dopo che una catastrofe ambientale e l’incremento costante della popolazione mondiale hanno reso la Terra un pianeta invivibile, il detective Thorn (Charlton Heston), aiutato dal vecchio Sol Roth (Edward G. Robinson), indaga sull’omicidio di William Simonson (Joseph Cotten) un alto dirigente della Soylent, potente industria alimentare che fornisce nutrimento ai 30 milioni di abitanti della Grande Mela. Nel corso della sua indagine tuttavia egli viene a scoprire un terrificante segreto.
Ispirato al romanzo Make room! Make room! di Harry Harrison, Soylent Green, uscito in Italia con il titolo di 2022: I sopravvissuti, rimane un classico della fantascienza oltre che un potente film di denuncia ambientale. Nel 1972, l’anno prima della realizzazione di questo lungometraggio, veniva pubblicato dal Club di Roma il famoso Rapporto sui limiti dello sviluppo in cui alcuni scienziati del MIT mettevano in guardia le elite politiche mondiali sui rischi connessi ad un modello di crescita economica che non tenesse conto dell’esigenze dell’ambiente. Per la prima volta veniva riconosciuto che non è possibile consumare all’infinito le risorse della Terra e che è necessario invertire la rotta se si vuole preservare la salute del pianeta. La cosa più inquietante del film è che molte delle problematiche affrontate in esso rimangono di estrema attualità. Ancora oggi infatti la questione ambientale è lungi dall’essere stata risolta. Secondo recenti studi, che smentiscono le tesi ottimistiche propagandate dalle compagnie petrolifere, almeno a partire dal 2005 la produzione convenzionale di petrolio greggio non è cresciuta di pari passo con la crescita della domanda. Questa incapacità di seguire la crescita della domanda ha spinto i prezzi a oscillare in modo selvaggio con ripercussioni negative sull’economia mondiale.
Soylent Green inoltre è un atto di accusa contro lo strapotere delle corporation.
All’inizio del film Sol Roth, interpretato da un sublime Edward G. Robinson, ricorda che sono stati gli industriali ad aver avvelenato l’acqua, inquinato la terra e sterminato la vita animale e vegetale sul nostro pianeta. Viene messa in evidenza la voracità cannibalesca delle multinazionali che pur di fare profitti non esitano a compiere atti inumani come quelli che il detective Thorn, impersonato da un magistrale Charlton Heston, viene a scoprire nel corso della sua indagine.
A rendere il tutto ancora più angosciante ci pensano le ambientazioni in una New York notturna e decadente, costantemente avvolta in una nebbia inquinante, in cui la gente stremata dalla fame è ridotta a vivere in dormitori fatiscenti o nelle automobili ormai ferme in strada se non addirittura sulle scale antincendio dei palazzi.
Una curiosità degna di nota: nella scena in cui il protagonista Charlton Heston assiste al suicidio del vecchio amico Sol Roth le lacrime versate dall’attore sono vere. Heston infatti era l’unico a sapere in quel momento che l’anziano Robinson era affetto da un tumore in fase terminale che l’avrebbe portato alla morte di li a poco.
Nonostante siano passati ormai quarant’anni esatti da quando fu proiettato per la prima volta nelle sale cinematografiche, Soylent Green non è per nulla «invecchiato», anzi con il passare del tempo i temi trattati in questa pellicola diventano sempre più drammaticamente attuali.
Recensione: storiadeifilm.it