Titolo originale: Sator
Paese di produzione: USA
Anno: 2019
Durata: 85 min.
Genere: Horror, Esoterico
Regia: Jordan Graham
Adam vive un’esistenza solitaria in una foresta desolata, dove riceve occasionalmente le visite del fratello Pete. Ben presto, però, un’altra presenza familiare si profila per lui all’orizzonte: si tratta di sua nonna “Nani”, il cui corpo da tempo fa da tramite per uno spirito che lei chiama Sator. Secondo le sue parole, Sator l’ha aiutata e le ha insegnato a divenire quello che è ma Adam scopre pian piano che ha intenti decisamente più malvagi. Non limitandosi alla psiche della nonna, Sator inizia a manifestarsi in altri modi e minaccia la vita non solo di Adam ma anche del resto della sua travagliata famiglia.
Dopo una lunga gestazione durata diversi anni, il regista Jordan Graham, al suo secondo lungometraggio, prende spunto dalla storia della sua famiglia, dove l’anziana nonna raccontava strane storie passate vissute sotto l’influenza di uno spirito (disegnato e descritto attraverso lunghe storie scarabocchiate senza filo logico su fogli e quaderni) per mettere in scena un horror misterioso ed estremo in linea con alcune produzioni recenti, nel panorama horror, che mescolano fede, follia e discesa verso un male oscuro che puzza terribilmente di zolfo.
Adam vive un’esistenza solitaria in una capanna immersa in una foresta desolata. Passa le giornate controllando le sue “Deer Cam” disseminate nella foresta per poi visionarli e catalogarli nel suo portatile, mentre ogni tanto riceve visite da suo fratello Pete, con il quale però non sembra aver un rapporto idilliaco. Un altro membro della famiglia si profila nella sua vita: la nonna Nani, la quale, secondo le sue parole deliranti, è stata nel corso della sua vita un referente nel nostro mondo dello spirito chiamato Sator. Questa figura finirà per manifestarsi non solo attraversi i deliri senili della nonna Nani, bensì con flashback, registrazioni e visioni oniriche e terrificanti nella foresta sempre più impenetrabile e irriconoscibile agli occhi di Adam. Oltre a questi eventi senza logica, passato e presente si mescoleranno in un vortice terrificante di morte, fuoco, sangue e dolore ……<br>Sembra ormai chiara l’onda d’urto apportata dallo spettacolare THE VVITCH di Robert Eggers nel panorama horror attuale, dove l’assenza di jumpscares e la creazione di atmosfere inquietanti in bilico tra sovrannaturale e follia ne siano diventate delle costanti inevitabili. Dopo HAGAZUSSA e THE WIND, ecco un’altra pellicola che trae forza dal mistero del demonio che desidera apparire nel buio delle natura misteriosa, avvolgendo con le sue forze naturali (vento, animali, buio, ignoto e rumori destabilizzanti) il protagonista di turno.
Paranoia, follia e suggestione possono giocare brutti scherzi, trasformando un suicidio in omicidio e deliri senili in influenze malvagie del demonio e di stregoneria, dove il sacrificio unico appare come l’unica scelta per diventare una persona migliore ed accettata dal male che pervade cuore e anima.
Allucinazioni fomentate da scriccioli improvvisi nel cuore della notte all’esterno della baracca, esseri inquietanti con teschi di animali al posto della testa, strane e sconnesse registrazioni nel cuore della notte, finirebbero per fare impazzire chiunque, soprattutto se le figure stabili della propria vita non dimostrano lucidità alcuna. Se a queste mescoliamo ricordi vaghi e immagini sacrificali, il gioco è fatto. Naturalmente il passaggio da pazzia a verità è un attimo, in quanto rendere reale una paranoia che si tramanda in famiglia da decenni, afferente il demone ‘Sator’, è veramente un attimo. Musiche seminali, dove le radici familiari sono perfettamente connesse con gli strani rumori della foresta, una fotografia rarefatta che mescola colori forti dell’inverno a flashback in bianco e nero per finire a glorificare il color seppia mortificante, ed infine scene estreme molto forti (un’esecuzione improvvisa ed inaspettata lascerà senza fiato) costituiscono i punti di forza di questa pellicola horror basato e fondato sulla paura dell’ignoto e del male nascosti all’interno di una famiglia nel corso di diversi decenni. Se i pregi non tantissimi, di contraltare la pellicola presenta una parte centrale troppo ripetitiva e poco incisiva, dove rischia di accartocciarsi su se stessa, nonostante il comparto visivo e sonoro rimanga su livelli elevati. Tutto viene spazzato via dall’ultima mezz’ora, decisamente tosta e risolutiva. Come per le pellicole citate in precedenza gli elementi sovrannaturali sono amalgamati a meraviglia con quelli estremi e disturbanti, sfornando un’opera dal probabile successo e apprezzamento, almeno da parte del popolo estremo!
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