Titolo originale: Un homme qui dort
Paese di produzione: Francia
Anno: 1974
Durata: 77 min.
Genere: Drammatico, Visionario
Regia: Bernard Queysanne
Nella Parigi del 1973, superato l’ultimo esame, uno studente si chiude in una sorta di ibernazione, limitando la propria esistenza a funzioni vegetali o neutrali, senza parlare né avere altri rapporti con alcuno. Vuol raggiungere l’indifferenza, ma sprofonda nell’angoscia finché, dolorosamente, riallaccia la catena della vita con gli altri.
Aperto da una frase di Kafka (“Non è necessario che tu esca dalla tua casa…“), ispirato a un testo di Georges Perec e imparentato da lontano con Sartre ( La nausea ). Il testo di Perec ha la forma di un discorso che una voce femminile rivolge al “dormiente” come un’eco del suo monologo interiore. Le immagini non illustrano il testo: c’è una costante sfasatura tra le une (fotografate dal regista) e l’altro. Ai limiti della schizofrenia, è una cronaca onirica di un impossibile itinerario verso il non-essere. Un esercizio di stile? Ma anche una scommessa vinta. Premio Jean Vigo 1974. Esposto alla Biennale Cinema di Venezia 1975.
Ricorda un po’ il primo film di Brass, Chi lavora è perduto