THE EYE’S DREAM (SubITA)

Titolo originale: Gankyû no yume
Paese di produzione: Giappone, Usa
Anno: 2016
Durata: 102 min.
Genere: Thriller, Horror, Visionario, Erotico
Regia: Hisayasu Satô

La giovane fotografa Maya punta la sua macchina fotografica sui volti di ogni passante per vedere dentro la loro anima. Secondo Sata, luminare della neurochirurgia, è affetta da una strana sindrome di elaborazione del dolore, sviluppata dopo essere stata sequestrata in tenera età ed essere scappata infilzando l’occhio del sequestratore. Lo stesso Sata chiede a Maya se può fare un documentario su di lei, ribaltando così la sua posizione da fotografa a fotografata. Nel frattempo, un ladro di occhi vaga per la città rivelando come l’ex torturatore di Maya non l’abbia mai dimenticata nel tempo.

Inquietante e psichedelico, allo stesso tempo discreto e follemente esagerato, THE EYE’S DREAM è tipico del di Sato Hisayasu.

“The Eye’s Dream” (2006) di Hisayasu Sato è un viaggio cinematografico bizzarro e avvincente che si spinge audacemente nei recessi dell’arte, del thriller e del softcore porno. Dopo sette anni dal debutto, il film è finalmente disponibile al di fuori del circuito dei festival, grazie a un Blu-ray giapponese che ho prontamente importato, attirato dalla presenza di sottotitoli in inglese.

Finanziato dal Sensory Ethnography Lab di Harvard, il film segue la storia di Maya, una fotografa ossessionata dagli occhi, il cui mondo si intreccia in modo disturbante con quello di un medico cineasta. La trama si svolge in modo unico, mescolando di horror, erotica e thriller psicologico.

La pellicola è avvolta da un’atmosfera surreale e disturbante, una fusione di emozioni intense e temi contorti. La trama si sviluppa attraverso la vita di Maya, che, dopo essere stata violentata, sviluppa una connessione strana con la sua macchina fotografica, simboleggiata dall’occhio. La storia prende una piega inquietante quando il medico la coinvolge in un progetto cinematografico che la spinge ad affrontare il suo in modi sconvolgenti. (MDMA)

Gli sessuali sono presenti in modo esplicito, ma Sato li utilizza in modo provocatorio e artistico, incorporandoli nella trama senza scadere nella volgarità fine a sé stessa. Le scene sono visivamente intense, contribuendo a enfatizzare la dimensione psicologica del film.

Le performance degli attori, in particolare dei protagonisti, sono degne di nota. Riescono a trasmettere la complessità dei loro personaggi, immergendosi appieno nelle loro oscure vicende. La chimica tra i membri del cast contribuisce a rendere credibili anche gli aspetti più surreali della storia.

Sato dimostra la sua maestria nell’uso della cinematografia. Le composizioni visive sono spesso straordinarie, con giochi di ombre, colori e angolazioni che amplificano l’atmosfera onirica del film. L’uso del vetro frantumato come simbolo dello stato mentale di Maya è particolarmente efficace.

Una critica valida potrebbe essere rivolta alla sottosviluppata caratterizzazione dei personaggi secondari e al veloce abbandono del mistero sulle morti. Tuttavia, l’aspetto visivo e l’atmosfera coinvolgente riescono a compensare queste lacune, fornendo una visione cinematografica unica.

In definitiva, “The Eye’s Dream” è una sperimentazione audace e provocatoria. Sato sfida gli spettatori ad abbracciare l’oscurità e l’ambiguità, creando un’opera cinematografica che lascia un’impronta duratura. Perverso e strano, non è adatto a tutti i gusti, ma per chi è disposto a immergersi in un mondo cinematografico unico, è un viaggio che merita di essere affrontato.

 

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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