KEANE (SubITA)

Titolo originale: Keane
Paese di produzione: USA
Anno: 2004
Durata: 100 min.
Genere: Drammatico, Giallo, Thriller
Regia:

William Keane sta disperatamente cercando la figlioletta di 6 anni perduta al capolinea degli autobus. L’uomo ha evidenti disturbi mentali e nessuno riesce a capire se la sua storia sia vera o se abbia materializzato in questo modo il suo bisogno di avere un affetto. Sei mesi dopo, William deve fare i conti con la realtà e accettare di non avere più una figlia. Conosce Kira, una ragazza sola con una bambina della stessa età di sua figlia, e inizia a frequentarla.

«Anche Clean, Shaven è la storia di un personaggio che soffre di schizofrenia. Ma il mio intento con quel film era far sì che gli spettatori avessero una reale esperienza dei sintomi della schizofrenia e che potessero immaginarsi come dev’essere vivere in quel modo. La spinta di Keane, invece, è stata la di esaminare la alla perdita di un bambino: solo l’esplorazione di quel tipo di dolore e il modo di uscirne, se mai esiste. Personalmente penso che non se ne possa venire a capo». (L. Kerrigan)

Un uomo cerca disperatamente sua figlia alla fermata dell’autobus – qualcuno l’ha rapita. Ma è vero? O la sua è solo una tragica richiesta d’amore? Un film indipendente pieno di amore e comprensione per il suo personaggio. Realizzato in modo straordinario, il cuore dello spettatore palpita all’unisono con i fotogrammi.

William Keane sta disperatamente cercando la figlioletta di sei anni perduta al capolinea degli autobus. L’uomo ha evidenti disturbi mentali e nessuno riesce a capire se la sua storia sia vera o se abbia materializzato a questo modo il bisogno di avere un affetto. Sei mesi dopo, William deve fare i conti con la realtà e accettare di non avere più una figlia. Conosce Kira, una ragazza sola con una bambina della stessa età di sua figlia, e inizia a frequentarla.

Parlare dell’uomo a volte sembra un atto di coraggio, tanto è difficile scendere nella profondità dell’animo umano. La telecamera segue, si avvicina, soffre con il protagonista ed in un attimo anche tu ti trovi a soffrire, a sperare, a sudare il sudore di Keane e piangere le sue lacrime. C’è chi ha bisogno d’amore ed è così solo da doverlo cercare nella fermata dell’autobus, nell’affetto degli altri, in una vita che non è la sua e non lo è mai stata. Kerrigan sa come emozionare ancor prima di raccontare, ed è un modo semplice di parlarci, il suo: non può che inseguire con la macchina a mano, ma senza traballare, fermo per non mancare mai di rispetto e dare dignità al suo Keane. Ama il suo personaggio e lo comprende e nell’ultima inquadratura l’unica reazione possibile è capire, sentire con il protagonista, toccare con gli occhi la lacrima che gli attraversa il viso.

Il budget è irrisorio, la camera digitale, ma questo non fa che conferire realismo alla pellicola, la avvicina a noi. Damian Lewis, l’attore, è semplicemente straordinario nel costruire il suo William Keane, e sulla sua pelle leggiamo lo sforzo che l’interpretazione richiede. Soderbergh produce il film, facendosi ancora una volta paladino del cinema indipendente americano: e per chi ha avuto la fortuna di assistere al suo “Bubble” quest’anno alla Mostra del Cinema, il film di Kerrigan è assai simile. Il più grande pregio dell’opera è proprio quello dell’assenza di giudizio: chi è essere umano ha il diritto di essere amato e di amare, ed in un mondo freddo quanto la periferia di un enorme metropoli, si ricerca l’altro come un’ancora di salvezza, la fine della nostra solitudine. E così in un bagno Keane ha un rapporto con una ragazza appena incontrata, ma non trova l’amore di cui ha bisogno; così sale in piedi sopra un tavolo e canta a sguarciagola vicino alla cassa sonora, ma non trova comunicazione; così ruba l’amore degli altri come Robin Hood che prende ai ricchi per dare ai poveri, ma non è questa la strada: una lacrima attraversa il suo volto, e lo schermo si fa buio, lo stesso buio da cui all’inizio erano venuti uomini in cerca di altri uomini.

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