BLACK CIRCLE [SubITA]

Titolo originale: Svart cirkel
Paese di produzione: Messico, Svezia
Anno: 2018
Durata: 101 min.
Genere: Horror, Visionario
Regia: Adrian Garcia Bogliano

Le vite di due giovani cambiano in maniera drastica dopo aver ascoltato un disco mistico degli anni Settanta, dal quale rimangono come sotto ipnosi. Per liberarsi dagli effetti malefici, dovranno rintracciare colei che ha effettuato la registrazione.

Per il giovane Adrián García Bogliano (classe 1980) questo “Black Circle” (“Svart Cirkel” nel titolo originale) rappresenta un qualcosa di assolutamente inedito, un film che prende le distanze dalle precedenti esperienze cinematografiche calandosi all’interno di una psichedelia sovrannaturale tutta da scoprire. Bogliano inoltre si avvale di una produzione trasversale (Svezia, Messico, Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia e Finlandia) e di un comparto attoriale svedese in cui ritroviamo una figura cult del exploitation degli anni d’oro, quella Christina Lindberg salita alla ribalta nel celebre “Thriller: A Cruel Picture” (1973) di Bo Arne Vibenius.

Per il regista dei vari “36 Pasos” (2006), “No Moriré Sola” (2008) o “Here Comes The Devil” (2012), questa è anche l’occasione per conquistare definitivamente il pubblico nostrano, considerando che “Black Circle” sarà proiettato tra pochi giorni sugli schermi del Fantafestival in anteprima italiana (con Christina Lindberg presente in sala).

“It’s only through magnetism that you can reach your full potential as an individual. You may ask yourself, then what is magnetism? The terms magnetism and hypnosis seem to be the same, but make not mistake. Although there are similarities, both in method and results, hypnosis is solely based on the capacity of the subject to be hypnotized, that is, fall into trance based on his own suggestion. While magnetism doesn’t need a suggestible individual. Magnetism relies on the capability of the magnetizer”.

Questa premessa è molto importante, poiché attraverso le parole della voce fuori campo è possibile districarsi con maggior lucidità nel trip proposto da Bogliano, cento minuti in cui la vita di due sorelle (Isa e Celeste) viene completamente stravolta: alla base di questo sconvolgimento c’è un disco in vinile del 1970, capace di risvegliare un fantasma che può affiancarsi alla persona che lo ha evocato (nel caso in esame ci riferiamo al doppelgänger, un duplicato spettrale considerato una sorta di gemello maligno). Se però una semplice ipnosi può basarsi sull’autosuggestione, il magnetismo ha un controllo totale sulla persona designata.
La psichedelia di “Black Circle” non ha bisogno di droghe, è la stessa che viene inghiottita da una spirale in cui è la paranoia a dominare il soggetto, una persecuzione capace di azzerare l’identità positiva della vittima prescelta. Una riflessione non scontata sul bene e sul male attraverso un dualismo che penetra doverosamente nei meandri della psicologia (a tal proposito merita un plauso l’efficace parte conclusiva).

Con “Black Circle” Adrián García Bogliano esplora un territorio di confine, allargando ancora di più quella visione oscura e percettiva già assaporata nel riuscito “Here Comes The Devil”. Un passo in avanti a livello di ambizioni e un passo all’indietro per quanto riguarda il coinvolgimento emotivo dello spettatore, forse perché non è stato facile per il regista coniugare un animo spiccatamente latino con l’algido mood scandinavo intuibile soprattutto nella recitazione degli attori. “Black Circle” è quindi un film strano e straniante, un lavoro tutt’altro che immediato che riesce comunque a tenersi ben lontano dagli stereotipi del momento. E il cerchio nero si chiude.

cinemaestremo.wordpress.com

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